LABELS

ALTROVE (766) UN ALTRO GIORNO (253) QUI E ORA (106) NOTE (8)

giovedì 31 ottobre 2013

tg2 marketting..

Al tg2 un servizio sul nuovo album di Massimo Priviero (CHI?!?) con "sonorità che richiamano Dylan e Springsteen". Ambè.. E CHI CAZZO E?.. E pe' sta marchetta quanto v'hanno dato? Ed è di MARCHETTE che deve parlare un tg della tv pubblica? E perchè io dovrei pagare il canone per le vostre marchette?. . Trasecolo.


martedì 29 ottobre 2013

tiramisù

Fabrizio Corona sta male ed è sotto psicofarmaci. Sono devastato.. E' in carcere da 9 mesi per aggressione a pubblico ufficiale, estorsione e estorsione aggravata, trattamento illecito di dati personali, detenzione e spendita di banconote false e detenzione, ricettazione di una pistola, guida senza patente e chi più ne ha più ne metta. Qualcuno ricordi al povero martire derelitto che in qualche stato degli USA, per esempio, per quella sfilza di scaramucce si faceva 30 anni.
Così magari si tira un po' su..





disoccupescion

Da quello che si evince dal fuori onda del parlamentare di Sciolta Civica il problema è serio: l'indotto. Con gravi ripercussioni per l'intera economia della capitale. 
Se riducessimo il numero dei parlamentari (com'è auspicabile) le percentuali di disoccupazione sarebbero destinate a salire vertiginosamente: un plotone di troie, papponi, pusher e trans brasileiros si ritroverebbero a versare in condizioni economiche miserabili. 
Apriamo un tavolo. Parliamone.


"la musica è finita, gli amici se ne vanno.."

     
                                                                 (puoi ascoltare la canzone, leggendo il post, qui.)

Stasera, tornando a casa da una festa di compleanno, ripensando allo scambio di battute che avevo avuto con un amico sul post in cui invocavo un po' di riconoscenza da parte di tutti coloro (tanti) che hanno saccheggiato in lungo e in largo l'intero scrap-book di Lou Reed, non lasciandosi ispirare, non citandolo, non appropriandosi delle sue geniali, a volte sorprendentemente elementari intuizioni poetico-melodiche, bensì assai più paraculamente scopiazzandolo senza il benchè minimo residuato di ritegno, mi sono ritrovato a canticchiare per fortuna non una delle aberranti robe da villaggio-vacanze che avevo ascoltato sino a quelche istante prima nel contesto festaiolo, bensì sottovoce, fra me e me, una vecchia canzone dei Velvet Underground.
 Le amavo alla follia un pò tutte. Ma ce n'è sempre qualcuna che finisci con l'amare di più per motivi che non hanno nulla a che fare col pentagramma. Canticchiavo quella. Fra me e me. Canticchiavo Pale blue eyes (mi accorgo di citarla spesso, infatti). Quella tenera ninna nanna quasi country (sapendo quanto Lou amasse la coutry music, cioè meno di affatto), una piccola manciata di versi veramente diretti, semplici, easy, quasi adolescenziali, alla Simon & Garfunkel de"Il Laureato" (e sai quanto Lou amasse pure loro..), anni luce che so dalla visionaria "Andy's Chest" o dal neorealismo urban di "Waiting for the Man", ovvero le cose che allora ci sdraiarono, ci schiaffeggiarono in pieno volto e ci fecero venir voglia di raccattare due cose, salire su un aereo, andarlo a cercare da qualche parte a New York per stanarlo, guardarlo negli occhi e urlargli "baciami stupido". E invece questa. Che quando la ascoltai la prima volta da ragazzino inizialmente pensai "questa deve averla scritta una domenica pomeriggio. E probabilmente si annoiava molto. O era strafatto come pochi altri al mondo". 

"Sometimes i feel so happy, sometimes i feel so sad. Sometimes i feel so happy but mostly you just make me mad. Baby you just make me mad. Linger on your pale blue eyes..".

 Nel silenzio ventoso della notte di quasi novembre, ritmicamente sullo scandire delle suole delle mie scarpe, con il delay naturale di un arco sotto il quale ti succede di passare, ai piedi della sonnecchiante solennità di un duomo. Mi sembrava di sentirla da fuori, mi sembrava altro da me, non da dentro, non dalla mia voce. E sai cosa? Era bellissima.


lunedì 28 ottobre 2013

alla faccia dell'ispirazione..

Ok che parliamo di uno dei personaggi più influenti, più seminali dell'intera storia del pop: lo so benissimo. Va bene che, come disse Marc Bolan, "chiunque da ragazzo abbia comprato un disco dei Velvet Underground poi ha formato una band". Fin qui ci siamo. 
Ma molti ci sono andati giù pesante col saccheggio. Tanti non sono stati "influenzati" dal suo genio compositivo: lo hanno rapinato, lo hanno depredato, lo hanno assaltato come una Carovana nelle praterie del Sud Dakota. 
Io spero ad esempio che Vasco Rossi una preghierina per Lou Reed ieri sera l'abbia detta. Se non altro per riconoscenza. 





domenica 27 ottobre 2013

not happy.


"Thought of you as a mountain top. 
                                                      Thought of you as a peak. 
                                                      Thought of you as everything i had 
                                                      but couldn't keep. 
                                                      Linger on your pale blue eyes.."
                         
                                                                              Lou Reed (2 marzo 1942- 27 ottobre 2013)

mercoledì 23 ottobre 2013

Joele, il macabro promemoria.

Ci voleva questo macabro promemoria, quello di Joele, a ricordarci che mentecatti ignoranti e ottusi che siamo riusciti a diventare. Ignoranti, ottusi e poveri. E tanti saluti allo tsunami di i-phone di grido senza i quali non riusciamo nemmeno più a pulirci il buco del culo dopo le naturali, miserevoli pulsioni.
Poveri al punto da essere un popolo di migranti. E di esserlo stati sempre.
E ci voleva questo macabro promemoria per rinfrescarci la memoria sul fatto che l'emigrazione italiana è un fenomeno in pieno boom. Sia chiaro: mai cessato, mai estinto ma ora, in questo preciso momento storico, di nuovo in pieno boom, con dati che non si registravano da tempo. E con (puntualissima come il mal di pancia dopo la fagiolata) stizzita intolleranza dei mentecatti ignoranti e ottusi che vivono nel resto dell'Europa e del mondo (per fortuna o purtroppo la merda, la feccia non popola solo il bel paese).
Sono serviti gli idioti italioti che soprattutto in occasione degli ultimi accadimenti lampedusani non si sono assolutamente voluti privare della favolosa opportunità di fare sfoggio di imbecillità, di grettezza, di ignoranza, impestando Facebook e i social network di banalità, di luoghi comuni, di stereotipi, di mega-patacche, che sono gli stessi identici che chi si è preso il disturbo di alzare il culo e andare a vedere che aria tira fuori dai nostri confini, e di certo non nei cafonissimi villaggi-vacanze di Sharm, non può non aver visto, letto, captato sulle facce impuzzolite degli inglesi, dei tedeschi, degli svizzeri. Ai quali andiamo "a rubare il lavoro". Con giusto un paio di  piccoli, insignificanti tratti distintivi: che noi non abbiamo bisogno di barconi e ci spostiamo in aereo, e non scappiamo da nessunissima guerra se non quella che si stanno facendo da un paio di decenni due tronconi di una stessa impresentabile, corrottissima e incapacissima classe politico-dirigente, di certo non per affermare i propri credo e le proprie ricette socio-economiche, ma per pararsi il culo dopo aver creato imperi economico-mediatici su presupposti che definire fumosi è un eufemismo, per accaparrarsi mega pensioni, mega stipendi, mega prebende e mega privilegi, per piazzare ganze e affettuoso parentado in ogni possibile e immaginabile posticino di potere, spesso assolutamente inventato ad hoc, ma pur sempre pagato con alluvioni di quattrini tutt'altro che inventati, reali, realissimi. E possibilmente pubblici.
Salvo queste due trascurabili distinzioni (si fa per dire), proprio quello facciamo: andiamo all'estero ad occupare posti di lavoro, ad usufruire di abitazioni, a godere di agevolazioni e bonus in termini sanitari, di disoccupazione, di servizi. In tantissimi, ovunque: Europa, Usa, Australia e ora, fenomeno in grandissima espansione, Asia.
Brutto tirare in ballo quel bel ragazzo italiano ucciso nel Kent per sottolineare di che risma di pagliacci degni del miglior Cecco La Qualunque e del suo cchiu pilu per tutti siamo circondati. Ma ogni post sui 540 euro al mese agli immigrati (ma di cosa cazzo si tratta??), ogni sillaba pronunciata da mezze calzette in disgrazia (alla Calderoli) della nostra politica, ogni articolo di giornali trash diretti da personaggi a cui occhio e croce consiglieresti intanto una visita da uno bravo solo a guardali in faccia, gridano vendetta.
Tutti sappiamo quanti siamo, noi italiani nel mondo. Bene o male lo sappiamo tutti. E per pietà risparmiatemi la tiritera sulla fuga di cervelli, perchè noi agli amici stranieri gli abbiamo gentilmente donato anche un sacco di simpatici buontemponi che più che col cervello ragionano col pisello: intrallazzoni, mafiosetti di terza classe, burini sgrammaticati e strafattoni di ogni ordine e grado, che poi sono ahimè la stragrande maggioranza dei casi, altro che cervelli in fuga. 
Tutti, dicevo, sappiamo che per non incappare un italiano dovresti minimo rifugiarti in qualche grotta sulle alture del Golan, e nemmeno te lo prometto. Ma lasciatemi solo concludere con questo piccolo aneddoto.
Era l'11 luglio 1982. In quel periodo vivevo e lavoravo a Londra  (usufruendo di tutto ciò di cui sopra compreso una visita specialistica con tanto di sottofondo musicale in una clinica da sturbo o una settimana di convalescenza (retribuita) che prevedeva belle passeggiate nei giardini botanici di Kew Garden, toccasana pare per una  bronchite neppure serissima, il tutto pagato deduco dagli operosi sudditi di Sua Maestà, non certo dalla miseria di contributi che avrei potuto aver pagato fino a quel momento).
Quella bella sera d'estate ad un tratto mi ritrovai in una Londra intasata, imbottigliata, in preda al caos più totale, ovunque, in ogni area e in ogni quartiere, da Belgravia a South Kensinton: un immenso carnevale, un manicomio di gente, urla, cortei, strombazzamenti, caroselli, tuffi nelle fontane, canti e balli, per ore e ore, sino all'alba.
Letteralmente stordito chiamai mamma che mi rispose emozionata e esultante: "amore, abbiamo vinto i Mondiali! Non immagini cosa sta succedendo qui!"
No, mamma. non immagini te cosa sta succedendo qui.


martedì 22 ottobre 2013

i solenni funerali del povero surfista..

In questo paese alle prese con le prime scaramucce invernali sono andati in onda sotto un bel sole tiepido i primi funerali solenni di Stato senza i morti (le vittime dellla tragedia di Lampedusa), senza i vivi (gli scampati), senza neppure il luogo della sciagura (al suo posto un adorabile angolo di Sicilia caro al ministro Alfano dove però peccato non sia mai sbarcato neppure un surfista reduce da una nottata di bagordi con qualche birretta di troppo), senza il sindaco del luogo della sciagura (a Roma, a fare eloquentemente altro), con in compenso una bella rappresentanza di facce di tolla di rappresentati dei regimi dai quali scappavano molte (tutte?) le vittime della sciagura, e naturalmente del nostro Stato. Che ne hanno approfittato per qualche telegenica e contrita dichiarazione (vivaddio tutte puntualmente sommerse da una selva di fischi, insulti, pernacchie, ingiurie e qualsiasi tipo di schiamazzo ascrivibile alla voce "il minimo indispensabile"), per una di quelle robe che ogni tanto ci fanno pensare fra noi e noi: ma questi scherzano o fanno sul serio?
Sin troppo facili le conclusioni, e mi perdonerete la prevedibilità.
Se quelli erano funerali solenni di Stato io sono Lola  Falana. E il bell'Angelino Alfano uno statista.



lunedì 21 ottobre 2013

Ciro.

Dieci anni fa, al ritorno dalla cena di compleanno di un'amica (il giorno prima o il giorno dopo della data esatta, che è il 22 ottobre, non sono mai riuscito a ricordarlo con precisione) fummo svegliati dalle urla disperate di un gattino. Era venuto a strillare sotto la mia finestra, addirittura sotto il mio scooter, chissà da dove. Mi sono sempre chiesto se questo sia accaduto per caso. Chissà. Fatto sta che quella notte quel povero gattino grigio venne a strillare nel posto giusto. Quella notte la sua vita cambiò. E la mia pure.




sabato 19 ottobre 2013

slogan

I violenti sono degli sfigati imbecilli sempre e comunque, qualsiasi età abbiano, qualsiasi mestiere facciano, in qualsiasi ambito e circostanza. Ma che poi le manifestazioni siano un pò più vivaci delle solite processioni infarcite di slogan vittimistici, in uno stato di diritto è sintomo di salute. Credo.




venerdì 18 ottobre 2013

obrigado!

Ho appena scuriosato (da un po' che non lo facevo) tra le statistiche Google riguardanti questo blog, . Per scoprire con un sussulto di sorpresa che i lettori statunitensi sono più del doppio di quelli italiani, che a loro volta sono solo pochi di più di quelli russi (?..) seguiti dai brasiliani (gradazioni di tono del verde nella cartina) nonostante si tratti di un blog interamente scritto (niente foto, niente gattini, niente culi di Kasta Diva) solo chiacchere e per giunta in italiano. Pressappoco.. 
Pensa te: una volta che quasi quasi ci speravo che la merda di cui scrivo rimanesse in famiglia..  ps: allora спасибо! (grazie, ndr). E buonanotte..





"pronto signora Sciarelli? Chi (cazzo) l'ha visto The Newsroom, dato che lei è di casa?.."

Causa (pare) ascolti non entusiasmanti del primo episodio di The Newsroom ieri sera, preceduto addirittura da trionfante prologo di cotanto direttore di rete,  Rai Tre ha cancellato i due episodi eccezionalmente previsti per stasera, affannosamente annunciandone lo slittamento a giovedì prossimo praticamente ovunque sul web  (Twitter, pagina facebook Rai Tre e pagina dedicata, sito Rai etc) a sole poche ore da quella poi abortita di  stasera. 
Va bè, merda: ero già sul divano prontissimo, con vecchio scodellone di riso freddo e occhialetto d'ordinanza, ma poi dopo lo shock di vedersi apparire quel mattone di film in sostituzione, uno pensa: dopo averla mandata al massacro contro la corrazzata Santoro ieri sera, che in genere saccheggia pubblico proprio alla terza rete Rai, si sarà voluto evitare di sputtanarla stasera contro partite e cazzi vari. 
E invece pochi istanti fa, prima di Linea Notte, un promo annuncia che giovedì prossimo andrà in onda tutt'altro. 
Ora: che cazzo di droga usano i programmatori di Rai Tre? Ditemelo perché la voglio assolutamente.



cloaca più cloaca meno..

Da tempi immemori e con cadenza praticamente quotidiana vanno in onda, sulla rete ammiraglia della cordata ascrivibile alla dinastia Berlusconi, ore e ore e ore di di inenarrabile sudiciumaio trash magistralmente orchestrate dalla flemmatica sorniona piaciona anchor woman dalle unghie pop, dalle poppe top, dal soprassalto di stuporone a orologeria o partenope cazzimma  Barbara d'Urso.
Una roba di uno squallore tale da far impallidire le sedute mistico-taumaturgiche collettive del Santone di Avella, in cui per ore e ore e davanti a un pubblico verosimilmente Family-Day friendly si discorre (ok dai, è un eufemismo) di poveri casi umani di una bassezza intellettivo-umanistica che al confronto il livello di scolarizzazione nelle favelas brasiliane è da Nobel per la Scienza. Che persino Belen che con il gossip pecoreccio e a colpi di culo (in tutti i sensi) si è creata un impero, ha di recente stizzosamente stigmatizzato. Perciò immagina che.
Per intenderci, le corna che quel bottino della Di Pietro, che anni dopo aver provveduto ben benino a ridurre la reputazione del compianto Sandro Paternostro a livelli di Pierino alla Riscossa ancora si aggira indisturbata nello sterile glamour-cafonal degli studi televisivi italiani senza che nessuno abbia nel frattempo provveduto a cacciarla a spintoni che ho capito la cavalleria per una signora ma a tutto c'è un limite, avrebbe subito da quello sfigato deprivato dalla sorte di  qualsiasi cosa somigli anche solo remotamente ad un pietoso residuato di dignità umana tale Giovanni Iannoni, e smascherate per beffarda fatalità sul di lui i-phone. Capito cosa?
Lacrime, sospiri, sogni, pompini, docce, scoregge, crisi isteriche, dichiarazioni d'amore, scheccate e mestruazioni così mal recitate e talmente finte che al confronto Topo Gigio è drammatica attualità di quel sovraffollato cimitero di morti di fama delle sessantasette edizioni del Grande Fratello scientificamente analizzate, passate al microscopio, processate al Luminol che neanche i documenti hot dello scandalo Profumo nella swinging London, per ore, giornate, settimane, mesi da una improbabile fauna umana composta da luminari del calibro di George Leonard, Guendalina Tavassi, Floriana Secondi e Francesca Cipriani, solo per menzionare  i più blasonati. E' chiaro il concetto?
Lele Mora che accusa un ex tronista (ex cosa??) o più verosimilmente sua ex marchetta di andare fortissimo in gratitudine che dopo meravigliose, interminabili, stellatissime notti sarde a base di ostriche, champagne, grattini ai piedi e marcette mussoliniane sussurrate guancia a guancia al chiar di luna sino all'agognato approdo dello steroidale pupillo in quell'altra porcilaia catodica che è Uomini e Donne, lo ha ripagato con ogni possibile angheria compreso lo scorrazzare a tutta birra nelle vippissime vie dello shopping d'alto bordo di mezza Milano rigorosamente a scrocco dopo avergli inculato (anche) la carta di credito. E lo smarchettone impunito che puntualmente appare nella puntata successiva a sbraitare con la bava alla bocca "tu mi hai molestato sessualmente!" (povero, che tenerezza..) e giù con raccapriccianti dettagli della presunta estorta copulazione omo-muscolar-adiposa dell'impresentabile coppietta. Questo tanto per capare giusto quei due o tre esempi a caso tra milioni e milioni, di quotidiano infotainment di altissima caratura in casa Mediaset (e purtroppo in milioni di altre case).
Con buona pace per il web che spernacchia a tutto gas e i talebani del Moige  ormai quotidianamente blu-cobalto in faccia, in preda a crisi epilettiche che l'esorcista gli fa na sega.
Ora: i miracolati a busta paga dell'uomo che è il padre putativo, ma che dico padre: padrino, mentore, guru, rais di questo immondezzaio mediatico che ha fatto sospettare fior di analisti che le casalinghe italiane che in massa si ciucciano quantitativi industriali di sta roba si droghino in realtà molto di più di quanto i coincisi rapporti Istat siano capaci di registrare, sono tutti indistintamente in preda a tremor convulsivo da soprassalto di indignazione per il livello della puntata di Servizio Pubblico ( in effetti non esattamente sopraffino) in cui la tumefatta attrice (prego??) bulgara Michelle Bonev ne raccontava di ogni su quella timorata di Dio dell'amorevole fidanzatina d'Italia  (Dudu annesso e connesso) Francesca Pascale la cui onorabilità ne è uscita così vituperata che già che ci siamo cagare dieci milioni di euro per riabilitarla, prego.
Dai Capezzone ai Brunetta, dalle Cosmi alle Carfagna, tutto un fiorire di "macelleria", "Santoro serial killer", "spazzatura", "cloaca". E a quest'ultimo sostantivo mi fermerei.
Che questo variopinto tripudio di botox di miracolati a vario titolo e a varia prezzolatura targata Arcore  su cui Santoro potrebbe agevolmente far saltar fuori una Michel Bonev cadauno se solo avesse puntate a sufficienza definisca cloaca Servizio Pubblico (pur coi suoi alti e bassi) è come se io, seduto su una panchina in piazza in un bel sabato pomeriggio di inizio inverno, vedendo passare che so, Vladimir Luxuria, esclamassi "checca!".

the newsroom V/S mignotte pentite e mignotte promosse..

Bella serie. Prima delle rivelazioni della mignotta di turno (a volte pentita come stasera, a volte assurta a incarichi istituzionali come in quasi tutte le altre puntate) da Santoro, mi sono guardato su Rai 3 il primo episodio della pluri-premiata The Newsroom (sul mondo dell'informazione tv americana e non solo, in fin dei conti), per l'occasione introdotta addirittura da un piccolo, enfatico preambolo del direttore di rete. 
Certo l'avvio ( bei dialoghi, cazzo) ti catapulta in pochi istanti nel mondo, nella mission della serie. Ma secondo me ci si può riagganciare in corsa, già dai due episodi programmati eccezionalmente per domani sera. E dalla prossima settimana solo il giovedì. E siccome le mignotte più o meno pentite a seconda della puntata e i mastini stipendiati e sguinzagliati per ringhiare, schiumare, sbavare a difesa del vecchio pervertito pluri-indagato e pregiudicato durano sino a notte inoltrata, mi sentirei di rifilarvi un consiglio affatto richiesto. 
La serata iniziatela con (fra gli altri) il grande Sam Waterston (che noi fans di Law&Order abbiamo amato per anni e anni nelle compassatissime vesti giudiziarie che più o meno tutti conoscono) finalmente rilassato, un pò spettinato e con la boccia di whisky in mano nel suo nuovo, perfetto e perfettamente interpretato ruolo in questa bella nuova serie, dove per fiction si descrive un'informazione si competitiva, si cinica, si nevrastenica ma appassionata e in mano a giovani fuoriclasse capacissimi, armati di curricula da spavento, e non sparati in gioco da poderose, sibilanti zampate di questo o quel politico (in genere quello, meglio se pure editore). 
Cioè: meglio iniziare il giovedì sera (ma domani venerdi due episodi però, non dimenticatelo)  con 55 minuti di Jeff Daniel e Jane Fonda (non ancora presente nel primo episodio ma che arriverà) in modo da disintossicarci un po' per poi tornare a respirare i maleodoranti effluvi che lo schermo sembra addirittura emanare con le Santanchè e le Carfagna (a volte pentite a volte  promosse, ricordate?..) per le rimanenti tre ore e passa. 
Il momento (che prima o poi arriverà) in cui Sam Waterston si ritroverà faccia a faccia con la cara, vecchia, adorata Miss Fonda, varrà da solo il prezzo del biglietto. 
E soprattutto risulterà favolosamente  propedeutico al cambio di  canale con doppio e triplo carpiato nel letame ad annaspare per  seguire un talk che in quanto a trash ormai non sì priva di assolutamente niente.  Ma proprio niente. 
Con inalterata stima per il cast fisso, e altrettanto inalterata repulsione per la solita, stuccata e stucchevole baracconata di ospiti, dei quali indiscussa madre putatrice è sua Altezza Sobrissima Mademoiselle la Pitoneuse Daniela Demòn. Che, ahinoi,  ogni volta che proferisce verbo muoiono quattro poveri piccoli Brunettas.  Spìetata st'informazione tv, uh?.. 




martedì 15 ottobre 2013

lo dica con parole sue

Confesso che fino al Ballarò di stasera non avevo mai assistito alla scenetta.
Il deputato grillino Tofano, a conclusione del suo intervento, avvicina il tablet al microfono ed è così che alla Camera risuona (suo malgrado) Patti Smith e la sua People have the power. 
La presidentessa Boldrini impiega qualche istante a capire cosa sta succedendo e poi sorridendo commenta "ah.. abbiamo gli effetti speciali.."
Non conosco nella sua interezza il contenuto dell'intervento dal suggestivo epilogo canterino.
Ma un consiglio a Tofano mi sentirei di darglielo: onorevole: la prossima volta provi a dirlo con parole sue: "la gente ha il potere".
Visto? Non è difficile.




venerdì 11 ottobre 2013

ingrati..

Sono solo come un cane nella stanza ( non piangete: sto scrivendo una stronzata, non il Diario di Anna Frank..). 
Fortunatamente qui d'inverno non è esattamente facile condurre tutta sta vita mondana. Perchè questi  mostriciattoli rompicoglioni ogni volta che esco si offendono a morte e quando rientro se ne vanno tutti sdegnati, a culo ritto, da qualche altra parte. E mi odiano. Lo sento, lo avverto distintamente. 
Piccoli figli di puttana egoisti ingrati.


giovedì 10 ottobre 2013

ci scusiamo coi gentili spettatori..

Grillo si è premurato di farci sapere che i Senatori della Repubblica, da lui piazzati nel nostro parlamento, che ieri si sono prodigati in quella mossa strategicamente vincentissima (e infatti applauditissima) sulla faccenda dell'immigrazione clandestina si sono sbagliati, o erano in vena di burle, o erano strafatti di crack, e comunque hanno agito a titolo personale (PERSONALE? MA CHE CAZZO DICI?!?..) cioè semplicemente in modo non corrispondente ai mutevolissimi capricci suoi e di quel brutto di cui non ricordo mai il nome e chi se ne frega, e che il provvedimento è discutibilissimo, cioè, traduzione dal grillese all'italiano, non lo ha ordinato lui, che se lo avesse ordinato lui (o il brutto) sarebbe andato benissimo, ma che non avendolo ordinato lui non va affatto bene pure se in realtà va benissimo (dai non è difficile da capire anche se io mi spiego un po a cazzo, e poi comunque coi 5 Stelle va sempre così perciò difficile sbagliarsi). Una volta tanto che quella carovana di scappati di casa esaltati ai quali io non farei amministrare il mio buco del culo ne ha azzeccata una, ALT: dietro front. Si sono inventati tutto, non va bene, no pasaran, scusate ci siamo sbagliati, le trasmissioni riprenderanno al più presto possibile. Perchè hanno agito a titolo personale (PERSONALE?!?). Il problema è: riusciranno gli italiani imbecilli come al solito e pure di più ad aprire anche solo un pochettino gli occhi su che cazzo di armata Brancaleone stanno votando in massa o no? Io sono pronto a scommere sul no. Faites votre jeu. (tre lingue in un solo cazzo di post. Evvai.)


venerdì 4 ottobre 2013

cervelli tutt'altro che in fuga..

Secondo l'ultimo rapporto di Migrantes gli italiani emigrati all'estero sono milioni. Non 4 gatti. Milioni. E stiamo parlando di adesso, non del secolo scorso. 
La maggior parte in Europa (il 54%) e i rimanenti nel resto del mondo, con un deciso incremento in questi ultimi tempi di nostri connazionali nel continente asiatico. 
E non si tratta solo di cervelli in fuga, naturalmente. Anzi. Molti "cervelli" sono tutt'altro che in fuga: purtroppo sono qui, in Italia, e in genere scrivono stronzate su Facebook sulle tragedie dell'immigrazione.



giovedì 3 ottobre 2013

tutti cristiani col culo degli altri

Evidentemente alla cristianissima Italia e alla cristianissima Europa (quella che va in piazza a centinaia di migliaia contro i matrimoni gay..)  le parole e il messaggio (nettissimo) di Papa Francesco a Lampedusa sono rimbalzati.  BOING.. 
Tutti cristiani quando c'è da rompere i coglioni per quella roba lugubre del crocifisso nelle aule. MOLTO MENO in altre occasioni.