LABELS

ALTROVE (766) UN ALTRO GIORNO (253) QUI E ORA (106) NOTE (8)

martedì 30 giugno 2015

(not) a perfect day,,

la cosa bella di una giornata a cazzo è che comunque finisce     


we are family, i got all repubblichette sovietiche with me..

che tristezza la solita esponente del PD che farnetica in tv di una fantomatica legge sulle unioni civili. Che tristezza anacronistica da repubblichetta ex-sovietica. Non solo siete vergognosamente indietro difronte alla storia, e la sentenza della Corte Suprema americana è lì a dimostrarlo, ma pure semplicemente difronte al comune sentire della gente.
Siete tristi quasi come La7 che ancora ritiene opportuno invitare Giovanardi, esponente di un partito che non esiste se non nelle aule giudiziare, a discutere di un argomento così importante.

domenica 28 giugno 2015

il ghiaccio è rotto..

la prima volta che ho partecipato a un Pride è stato un 28 giugno a Londra (veramente solo a Londra, mai in Italia).
Ricordo che il comitato organizzatore mi spedì alla testa del mega-corteo, perchè per una abominevole legge (age of consent) britannica di allora io potevo dichiararmi gay per la prima volta proprio quell'anno, a quell'età e non prima, per non incappare in guai con la legge (e non stiamo parlando dei primi dell'800, parliamo della londra di George Michael e dei Soft Cell). E perciò fui spedito tra gli "icebreaker". Perchè rompevo il ghiaccio.
Fui solo un pò crucciato all'idea di essere separato dai miei amici, ma alla fine della fiera ritrovarmi da solo in quel bolgione inverecondo rese l'esperienza ancora più adrenalinica. L'impressione che ebbi fu quella di essere coinvolto in qualcosa di grande, di importante: tanta gente, tantissima (e considera che allora al Pride potevano partecipare solo gli uomini, non le donne, e io da bravo supporter di Act Up ero a mia volta un separatista convinto, mentre proprio in quegli anni il dibattito donne si o donne no si stava facendo accesissimo) e uno spiegamento di polizia, in terra e in aria, da lasciare senza fiato. Fui colpito dalle rappresentanze: non credo sia facile comprendere cosa significasse per un giovane gay di provincia trovarsi circondato dalle rappresentanze dei "gay nelle forze armate", "atleti gay di arti marziali", "gay nelle poste britanniche", "gay dell'Eagle Club Harley Davidson"; per fare qualche esempio. L'impatto fu talmente forte da spaventarmi persino un po'.
Ma in realtà si trattò di una fantastica festa. Persino il solito acquazzone inglese in una giornata di sole rese tutto ancora più divertente. Quell'anno l'arrivo era a Hyde Park, non a Trafalgar come oggi, e lì iniziava la serie di concerti, feste, e tutto l'armamentario di contorno tipico dei Pride. A livello di consapevolezza, di autostima, di senso d'appartenenza fu una tale botta i cui effetti mi avrebbero accompagnato per il resto della vita. Importantissima.
Per l'occasione io e un carissimo amico che ora non c'è più, ci tatuammo l'un l'altro, con un pestifero attrezzo rudimentale, questo simbolo. Avevo deciso (da un pezzo, in realtà, ma in modo assoluto e definitivo in quella occasione) che quella parte di me non avrebbe mai più potuto essere occultabile. Dovevo avercelo marchiato sulla pelle. Se non si evincesse già abbastanza conoscendomi, da lì in poi doveva essere insindacabile che potevo essere pure tutte le cose più brutte del mondo, ma che comunque ero io. Ero così. E dovevo essere fiero di quello che ero. Qualsiasi cosa fosse. Se non sei convinto te che sia profondamente giusto, che sia sacralmente giusto essere quello che sei, qualsiasi cosa ciò significhi, come puoi pretendere che lo sia per chiunque altro?
Questo è per spiegare ai soliti imbecilli che hanno sempre da sindacare sui Pride (e i culi, e i perizomi, e bla bla bla: anche io ne vedo tante di schifezze antiestetiche ed esibizioni inopportune, se solo metto piede su una spiaggia pubblica, ma mica chiedo di sgomberare) che di questo si tratta. Solo di questo. E credimi, affatto poco.

sabato 27 giugno 2015

sei un mito

Questa immagine l'avrete già vista tutti, talmente è diventata istantaneamente virale.
Ma perchè privarci di un altra bella occasione per imbrattarla di merda? Perchè peritarci?
Adoro la sottile ironia con cui praticamente chiunque in Italia abbia ne abbia corredato la pubblicazione praticamente su ogni social network: battute deliziose, sarcasmo venefico, ironia al vetriolo: tutto molto funny. Ma non è il mio stile, ed è proprio ad esso che intendo continuare ad attenermi: perciò caro silos pieno di escrementi, caro il mio barilone di merda, caro il mio portabandiera nella blasonata Bottino Parade della cara amica Kasta Diva, caro il mio pingue coniuge mordi-e-fuggi a Las Vegas come Alberto Sordi, solo una cosa: sei un mito assoluto.
ps: adesso attendiamo solo l'invito ufficiale a Povia per il tradizionale concerto natalizio alla Casa Bianca.


venerdì 26 giugno 2015

l'eredità di Sylvia..

è stata una bella giornata. E sono sicuro che sarà un bel weekend.
 Ed è bello vedere le immagini che arrivano dal locale, lo Stonewall Inn di New York, dove tutto ebbe inizio, dove veramente tutto ebbe inizio, proprio con quella che viene ricordata come la sommossa di Stonewall.
Da quella notte tra il 27 e il 28 giugno del '69, grazie ad una trans che reagì all'ennesimo blitz della polizia tirando una bottiglia in faccia ad un agente urlando "ci avete trattato come merda in tutti questi anni: adesso tocca a noi.." accendendo così la miccia di una rivolta che si propagò istantaneamente come un incendio e che durò tre giorni, nulla fu come prima.
Quella bottigliata di Sylvia Rivera avrebbe cambiato il corso della storia dei diritti civili negli USA prima, e in tutto il mondo occidentale subito dopo.
Oggi Sylvia sarebbe orgogliosa, se non ci avesse lasciato tre anni fa. Voglio dedicarle questa immagine scattata proprio oggi e proprio davanti al leggendario Stonewall.
Guarda Sylvia: l'atmosfera non è esattamente la stessa di quelle sere. Guarda che gioia.
Te la dedico con immensa gratitudine, a te per quella fantastica bottigliata, e a tutti gli Stonewall Veterans.  Ovunque voi siate, Happy Pride.

"lasciatemi cantare perchè ne sono fiero.."

oggi che la Suprema Corte ha fatto carta straccia di un abominio che solo sino a qualche anno fa davamo per scontato, come se fosse il normale stato delle cose, ovvero che alcuni hanno dei diritti altri no, e mentre ormai ho le bacheche Facebook e Twitter completamente infestate (nel senso di "in festa") dai colori dell'arcobaleno perchè tutti i siti, blog e pagine del mondo stanno pubblicando la storica notizia a tambur battente (magari accompagnandola con quel "l'amore vince" twittato da Barak Obama), proprio in questi momenti, dicevo, ho la netta e disarmante sensazione di vivere in un paese piccolo, provinciale, arretrato, ormai drammaticamente avvitato su se stesso e le proprie meschine miserie: Salvini, i rom, il family day, le seghe nel programma scolastico e tutte le patetiche zozzate di livello realmente così infimo di cui sono infarciti stampa, tv e mondo dell'informazione in genere. Nel weekend che per me, per noi, dovrebbe essere quello dell'orgoglio, della fierezza, della determinazione nel pretendere assoluto rispetto per ciò che si è, qualsiasi cosa sia, annaspo e faccio fatica a trovare un appiglio per sentirmi fiero, orgoglioso.
Di sicuro, non di essere italiano.

giovedì 25 giugno 2015

o' vasino nnammurato..

vincendo un po' di istintiva ritrosia nei confronti di qualsivoglia tipo di sguerguenze, confesso che anch'io sono ricorso spesso a quelle piccole icone (faccine sorridenti, faccine imbronciate, faccine di cazzo etc) che questo social network mette a disposizione a complemento di un post o di un commento. Mi capita infatti di esprimermi a volte in modo un po' brusco, e succede di frequente che una battuta scherzosa faccia pensare a qualcuno che io sia incazzato lezzo mentre invece sto appunto solamente scherzando. E, senza indulgere troppo in pupazzetti, orsetti, gattini, tortine e amenità varie, senza ombra di dubbio una faccina sorridente o un occhiolino o qualsiasi altra di queste chiaviche di disegnini può essere d'aiuto al fine di chiarire gli intenti. Oltre a risultare comodissima quando non te ne frega uno stracazzo di rispondere, e per pura cortesia ti prendi giusto il disturbo di cliccare su una di queste minchiate.
Adesso però quando clicco sull'icona che dovrebbe aprirmi il ventaglio di scelte, mi appare la scritta "biscottino innamorato":
 Ora: a parte tutte le sudiciate turpi che possano balenarmi per la testa leggendo le parole "biscottino innamorato" (divieto assoluto di divagare sull'inzuppo), e prima di trovarci a dover scegliere tra i trottolini amorosi du du da da da, mi chiedevo caro Zuckemberg se non stessimo per caso tutti un po' cagando fuori dal vasino. Innamorato.

mercoledì 24 giugno 2015

apertissime..

i giornali e i tg di oggi erano letteralmente impestati da questa fantastica notizia dei vescovi che nel prossimo sinodo "apriranno" ai gay.  Ora: dai un'occhiata alla foto. Fatto?
E allora prova a immaginare quanto possa non fregarmene un faraonico stracazzo dell'apertura di questi qui.

lunedì 22 giugno 2015

il pranzo è servito

oggi inizia quel lerciumaio di cosa in Cina che non voglio nemmeno nominare, e soprattutto, come ho già detto spesso, non voglio VEDERE (e chiunque me le faccia trovare sotto il naso lo faccio fuori senza un istante di esitazione come ho sempre fatto fin'ora).
A parte il piccolo dettaglio che io personalmente il problema lo risolverei con le armi chimiche senza indugio alcuno, voglio solo aggiungere che sono orgoglioso che il governo del mio paese non abbia proferito verbo su questo abominio.
Orgoglioso perchè ciò rafforza la mia convinzione che l'Italia attualmente sia governata da un branco di poveracci che hanno cominciato a fare politica dopo averne provate di tutte coi programmini ultra-trash delle favolose reti Mediaset.


domenica 21 giugno 2015

la storia di Roma

Ieri a Roma avere manifestato contro la storia. Ma la storia, tanto per cambiare, non ha prestato molta attenzione.

Adinolfi e fortunatissima consorte.

giovedì 18 giugno 2015

libero e bello

Fabrizio Corona esce dal carcere e viene affidato alle amorevoli cure del misericordioso Don Mazzi nella sua comunità. 
Ma visti i casini che è riuscito a piantare praticamente ovunque abbia messo piede, verrebbe da dire che ora per Don Mazzi sono.. guai.


the tears of a clown

le immagini dello schiaffo di un clown e la voce di una bimba che dice così: 
"lo schiaffo che fa ridere non fa male. Lo schiaffo che fa male non fa ridere. Un bullo non è un clown. E' un pagliaccio". 
Io avrei scelto buffone al posto di pagliaccio, ma bello spot.


mercoledì 17 giugno 2015

Donald Duck ci rifà..

stamattina all'alba su Rai News 24 sbirciavo distrattamente la conferenza della candidatura ufficiale a presidente degli Stati Uniti di Donald Trump (già, ciarisiamo) naturalmente al grido di "non posso essere manovrato dalle lobby e i loro finanziamenti. Io sono più ricco di loro!" (che ha pure un suo perchè) e altre amenità su Isis, immigrazione, e naturalmente Barak Obama, che lui definisce "forza negativa", ca va sans dir.
E' noto (per modo di dire) che io non abbia in particolare simpatia i nababbi ricchi sfondati, che se dipendesse da me sarebbero tutti molto meno nababbi ricchi sfondati. E perciò ho trovato deliziosa la replica di Cher che su Twitter ha scritto: "uno che non riesce a sconfiggere quella cosa che ha sulla testa al posto dei capelli come fa a sconfiggere l'Isis?". Parola più parola meno.
 Sai qual'è il problema, cara Cher? Che di sicuro da quelle parti in quanto a presidenti non vi siete fatti mancare niente, ma almeno il rischio Trump è ovvio che non lo correte.
Mentre qualcosa mi dice che qui in Italia è un attimo e ce lo saremmo ritrovato premier.
Chissà perchè.

di diritti e gas serra

"Proprietà privata diritto non intoccabile. Contano diritti e funzione sociale.
Banche? Non da salvare ad ogni costo.
La riduzione dei gas serra richiede onestà da parte dei paesi più potenti e più inquinanti.".
Pablo Iglesias di Podemos? No. Alexis Tsipras? No.  Papa Francesco, enciclica Laudato sì.

schifo e odio

le immagini che arrivano ormai a getto continuo dal fronte di questa fantomatica "emergenza" immigrati mi suscitano schifo.
Animali. In culo a ogni convenzione o trattato internazionali, alla dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, o anche solo a qualsiasi credo religioso, si trattano degli esseri umani come animali.
E sanno benissimo tutti che per i miei gusti neppure gli animali si trattano così.
L'Europa governata da questi quattro personaggi da operetta che agiscono in base a principi nobili tipo il cagarsi sotto all'idea di regalare una manciata di voti ai talebani delle destre xenofobe, sta dando di se uno spettacolo talmente brutto che secondo me ha eguali solo nell'indifferenza sfoderata a suo tempo nei confronti dell'olocausto.
 E gli europei (e gli italiani!) che preferirebbero continuare a vivere indisturbati mentre a poche miglia da qui sta semplicemente avvenendo ciò che tutti sapevamo benissimo che prima o poi sarebbe avvenuto e a cui tutti abbiamo contribuito, ovvero che intere popolazioni si scassassero il cazzo di abbassare la testa davanti a fame, guerre deliranti, fanatismi religiosi medioevali che nessuno di noi tollererebbe anche solo per un minuto, e cerchino riparo altrove, salvando la vita loro e dei loro bambini, questi europei, dicevo (e questi italiani!) mi fanno schifo. Mi suscitano odio.
E con le forze politiche (non parlo di sinistra italiana perchè ormai mi sembra di parlare di UFO, ne dei grillini anime candide e incontaminate che continuano a fingere di non vederle ste robe, loro che hanno tanto a cuore le istanze dei "cittadini", e io preferisco continuare a fingere di non vedere loro) che ancora ricorrono a sentimenti come schifo e odio, io ho un problema.
Da oggi io con questi ho un problema.

ecco di cosa si preoccupa lo sciacallo Grillo, che intanto
si premura di accomunare topi, spazzatura e esseri umani.

martedì 16 giugno 2015

e tra le bellezze locali mi appare il bel Matteo..

Entro nella pagina di Ottica Talluto, e mi appare la consueta finestra in cui Facebook ti suggerisce delle "pagine simili", che perciò potrebbero a loro volta piacerti: nell'ordine, la pagina di un'agenzia immobiliare di Orbetello, una pagina che si chiama "Orbetello il paese più bello del mondo" (mò te stai a allargà), una che si chiama Maremma Toscana e.. Matteo Salvini.
 Ora: o Facebook mi casca sulle similitudini (ma in genere no, e le prime tre che mi consigliava lo dimostrano) o c'è qualcosa che non torna.
 ps: voglio comunque rassicurare gli amici di Ottica Talluto: io a sta similitudine non c'ho mica creduto.

cosa si prova?..

50 anni fa Bob Dylan entrava negli studios della Columbia (dove sarebbe rimasto due giorni) per registrare una canzone che fu pubblicata più o meno un mese dopo e dopo dei furibondi litigi con la casa discografica, che fece letteralente sobbalzare il mondo.
 Rimase tre mesi abbondanti nelle charts americane, cosa affatto scontata se si pensa alla lunghezza (oltre 6 minuti contro una media di 2:45 della maggior parte delle canzoni presenti nelle classifiche di allora) e al fatto che nella melassa generale che ammantava l'intero universo del pop-rock di quegli anni non era certo la cosa più consueta del mondo che a risultare best seller fosse una canzone il cui sentimento dominante non era l'amore ma l'ostilità, il disprezzo vero e proprio.
"quando non si ha niente, non si ha niente da perdere.
Ormai sei invisibile, non hai segreti da nascondere.
Cosa si prova? Cosa si prova ad essere soli,
senza una via verso casa
come una completa sconosciuta, like a rolling stone.."
Un prodigio di impeto e bellezza. Un capolavoro, cazzo.

lunedì 15 giugno 2015

xdonami Pina, ma prima o poi mollo.

cerco sempre di far coincidere la doccia con "Pinocchio", su Radio DeeJay. La Pina è una tale fuoriclasse, fa talmente riemergere tutto il mio amore per quel lavoro che ho svolto quotidianamente e con passione per anni, da farmi digerire un partner che non mi fa impazzire (Diego Passon, che in tv però è gagliardissimo) e farci scappare due risate pure quando l'argomento del giorno (ne hanno uno diverso a ogni puntata ) non mi diverte o mi annoia. La Pina è talmente una grande del microfono che durante il weekend (quando Pinocchio non c'è) sarei tentato di non fare la doccia. E pensa che a volte in sostituzione mi tocca quell'abominio di Platinette che tracheotomizzerei volentieri con le mie stesse manine senza grandi imbarazzi. Ma c'è un ma (l'avresti mai detto?).
Una volta la rottura di palle ascoltando la radio era la pubblicità. Ricordo di averne provate di ogni, in veste di direttore della programmazione, per indorare la pillola, per renderla meno fastidiosa, meno invadente. Ma è sempre stata un'impresa epica. Ora no: tutto sommato la ascolto, o al più mi distraggo e non me la cago proprio, e tra l'altro credo che DeeJay, sotto la guida di Linus, la gestisca in modo egregio. Il problema è un altro. Il problema è che ogni tanto mettono i dischi.
Già: il problema della radio sono i dischi. Non è esattamente una questione di "ai miei tempi..", anzi l'esatto contrario. Cazzo, è tutto così vecchio, così già sentito, così stereotipato e formularizzato ( e guarda che sto parlando della musica nuova, di adesso..) e tutti a un certo punto fanno "oh oh oh" che zomperei fuori dalla vasca gnudo e fradicio, solo per scaraventare la radio fuori dalla finestra. E non è escluso che prima o poi lo faccia (perciò magari girate alla larga dalle 6 alle 7 circa).
Gli americani sono il peggio del peggio: da là ormai arriva solo merda da quattro soldi. Di peggio c'è solo il loro cinema, destinato esclusivamente a prepubescenti pingui e peticellosi, ingozzati strafatti di Mc Donalds. E considera che una volta, solo dal loro contingente afroamericano arrivava la grandissima musica: tutti bravi e tutti belli fino a che non arrivava un Marvin Gaye, uno Stevie Wonder, un Prince, o i Tempations e non ce n'era più per nessuno. Adesso i neri sono la merda tra le merde: nessuno canta, nessuno suona, le canzoni sono delle menate da bimbi dell'asilo create col manualetto del provetto hip-hopper e i suonini dei video-games, mediamente indistinguibili una dall'altra, e non me ne frega comunque un cazzo di stare lì a distinguere e fare la cernita tra tutto quel pattume. Al confronto con Taylor Swift, Miley Cirus e Katy Perry anche solo quella scoppiata strafatta sfondata della Spears era Aretha Franklin in stato di grazia, senza stare a scomodare quelle vere, di Franklin (sospiro e ripenso ai giorni lontanti in cui persino la Houston era troppo bubble, per noi della vecchia scuola..). Con gli inglesi va un po' meglio. Ma i grandi network continuano a non accorgersene. E lo hanno sempre fatto.
E poi c'è il sudiciumaio italiano. Sorvolando pietosamente sui rapper, sui gangsta de noantri, che vecchi lo sono per definizione, con giusto quei 35 annetti di ritardo rispetto al resto del pianeta, e che sparano delle robe che definire trite è un simpatico eufemismo, c'è il nulla cosmico: dai "grandi", tipo Ferro che di classe ne ha da vendere ma ormai ha deciso di candidarsi al non ambitissimo titolo di nuovo Sergio Endrigo e che ad ascoltare le proprie canzoni secondo me si rompe i coglioni pure lui (ma non era partito tutto sghenci, xdono xdono, con tanto di mossette alla page? E poi che disgrazia gli è successa?) ai più giovani, tipo Mengoni, che quando ha fatto X Factor e a sentire il suo allora tutor Morgan, che dall'altissimo delle mega-turbine che si raccattava in diretta nazionale, sembrava avesse dovuto rivoluzionare il pop italiano chissà come ed è finito a fare ste robette tipo l'ultimo singolo che al confronto gli Erasure dell'85 sembrano Stockhousen per modernità visionaria, e tutto il cucuzzaro abortito dalla De Filippi e il suo orripilante talent show, che ci hanno ritrascinato para para ai gloriosi fasti della canzonetta italiana melodica di infima categoria, le belle vocette, le belle melodiette, i bravi ragazzotti (tutti un po' checche in realtà, ma vabbè) e le brave ragazzotte della porta accanto e le loro purghe di canzoncine alla dighedò (Anna Identici anybody?) che due mesi dopo non se le ricorda anima viva al mondo.
Pina, io ti adoro. Ma la pazienza ha un limite. Audio killed ther radio star?






sabato 13 giugno 2015

sai che giubilo..

Mezzo miliardo. Ecco cosa costerà allo stato (questo stato, non quello) il giubileo straordinario, che io da non credente fatico un po' a capire cosa sia e a cosa serva (ma questo evidentemente è un mio problema).
Quello che invece non è dato sapere è quanto costerà allo Stato Vaticano. Che però, diciamocelo, le cose è abituato a farsele servire su un vassoio d'argento. E possibilmente gratis.
Il bello (si fa per dire) è che, interpellato sulla figura del commissario straordinario al giubileo (Franco Gabrielli) al fine di evitare di foraggiare ulteriormente il gozzoviglio di maneggioni e trafficoni di ogni ordine e grado, capitolini e non, monsignor Fisichella abbia commentato con un beato "sono affari di un altro stato". Faccia di culo a chi?
Intanto giusto ieri papa Bergoglio raccomandava ai sacerdoti omelie brevi al posto delle solite ammorbanti sbroscie logorroiche, e soprattutto che non contengano imperativi ai fedeli su cosa debbano o non debbano fare. Quelle non sarebbero omelie, ha aggiunto il papa, sarebbe moralismo.
E a me l'unico immigrato clandestino, ma che dico clandestino, alieno, extraterrestre proprio, continua a sembrare lui. In quello stato, non in questo.

Paul vs John.

chi gliel'ha detto a Maurizio Mannoni (Linea Notte) che Yesterday è la canzone perfetta?
Non è perfetta perchè è melensa. E una canzone melensa puo' essere bellissima (e lo è), epocale (e lo è) ma non "perfetta".
"Imagine" è una canzone perfetta: non è melensa, è semplicissima, quasi banale, elegantissima, sorretta da un magnifico testo delirante e utopico, e volendo essere un pochino più tecnici, da una produzione da paura. Quella è perfetta.
E mi risulta che sul finire dello scorso secolo il mondo della musica nel suo insieme abbia proclamato proprio Imagine canzone del secolo. Altro che perfetta.
Caro Mannoni, occupati di Salvini e delle ministre liofilizzate del governo Renzi. Le canzoni perfette lasciale a noi.

lunedì 8 giugno 2015

global

di quasi tutte le cose fantastiche che esistono al mondo 
esiste una versione italiana che fa cagare.

giovedì 4 giugno 2015

le madri badesse della riconversione..

voglio iscrivermi anch'io al corso "Adamo ed Eva dove siete?" (si chiama così, giuro) ovvero sta roba di cui è letteralmente impestato il web proprio oggi (ovunque: ogni sito, ogni blog, ogni testata e stasera anche la Innocenzi a Anno Uno) e che dovrebbe risultarmi utile per cessare di essere un checcone da combattimento e tramutarmi finalmente in un bel pezzetto d'omo ruspante, etero, un po' puttaniere e timorato di Dio. Alla modica cifra di 185 €, con un corso di 5 giorni e una full immersion di messe, canti, preghiere, invocazioni dello spirito santo, confessioni, meditazioni con luci soft e lezioni del tipo "I meccanismi della confusione sessuale" (ma magari con un piccolo extra ci facciamo scappare pure un esorcismino) et voilà: via la frocia che sogna di ravanare nel pacco di Christopher Meloini e vai con un Daniele nuovo di zecca: che va a troie (tutt'al più a trans toh, volendo proprio fare l'etero..), rutta guardando le partite e ascolta i cd di Povia. E basta co' sta Diana Ross che fa tanto San Francisco anni 70. Giammai. Il tutto sotto la caritatevole guida spirituale di questo Luca di Tolve (esatto, quel Luca, quello della fantastica canzone di Povia) che dopo aver fatto la matta, e intendo matta in tutte le sue declinazioni, al Plastic di Milano che io al confronto sò il capo dei boyscout, è stato fulminato (purtroppo solo metaforicamente) sulla via di Damasco e ora è lì che fa il convertitore, affiancato da un francescano e un passionista (lo so che automaticamente vi vengono in mente festini sesso-e-coca, marchettari minorenni, casalinghe pingui e disperate svanite nel nulla, suorine in fregola in pose ginecologiche e pc stracolmi di ogni ben di Dio (oops) di porno di quart'ordine se non di veri e propri arsenali di foto e video di prepubescenti imberbi, ma provate a far finta di no), fatti conto una specie di Destiny's Child delle riconversioni mistico-sessuali.
Ora: io so che c'è pure qualche poveraccio in preda a un tale soprassalto di autostima da andare a farsi prendere per il culo e pelare i soldi da sti tre disadattati, talmente in pace con se stesso e le proprie inclinazioni affettive. Ma di grazia: la notizia dov'è?
Se è per questo c'è pure qualche svalvolato che paga per farsi mettere il guinzaglio e trascinare per tutta la stanza scodinzolando e alzando la zampina per fare pipì da qualche baldraccone pluridecorato. Intendo, uno se vuole è libero di togliersi la sete pure col prosciutto. Ma davvero è necessario dedicargli articoli a vagonate? Ma davvero mentre questo povero paese esala i suoi ultimi respiri sepolto dall'ennesimo scandalo di corruzione, mazzette e mafia in ogni dove nei meandri della nostra topografia istituzionale (problema che noi ci apprestiamo a risolvere premiando con scrosci di voti Lady-Mastella e tutto il resto del cucuzzaro degli impresentabili) a voi non viene in mente niente di più interessante da scrivere?
Mettete le figlie sottochiave, belle signore: sto arrivando..

mercoledì 3 giugno 2015

schif-parade

finalmente ce l'abbiamo fatta ad essere primi in qualcosa.
 Abituati come siamo ad essere il fanalino di coda in praticamente tutto, una volta tanto ce l'abbiamo fatta a svettare al top of the pops. Secondo una ricerca del Pew Research Center sullo stato di salute dell'Unione Europea, gli italiani sono primi per.. razzismo.
La ricerca si focalizzava sulla percezione nei confronti di tre minoranze in particolare: rom, ebrei e islamici. Purtroppo non ci è riuscito il colpaccio, l'en plein: la Polonia ci supera in odio verso gli ebrei, ma per il resto siamo primatisti assoluti con ampio margine di scarto rispetto ai secondi classificati.
Finalmente siamo il Texas d'Europa. Finalmente siamo i più cafoni, ottusi, trogloditi (un po' lo sospettavamo, diciamocelo..) del vecchio continente.
 Il fatto è che si è lavorato talmente tanto, negli ultimi 20 anni, per arrivare a questo agognato traguardo. Per tramutarci in una massa di tarri ignoranti, disinformati e imbottiti di pregiudizi (ma col Suv sotto il culo) si è mobilitata una tale quantità di risorse umane, economiche e mediatiche che non hanno eguali al mondo, e perciò vuoi o non vuoi fa solo che piacere che tanto sforzo sia ripagato da questo onorevole primato.
 Ora non ci resta che proclamare Adriano Celentano senatore a vita. E il più è fatto.

i passaggi della vita..

non si finisce mai di imparare.
Per esempio ho appena appreso che oggi è la giornata mondiale dei passaggi a livello.
Passaggi a livello?!? E chi cazzo l'avrebbe proclamata? L'Onu? L'Unesco? Amnesty Interregional? Ma scherzate o fate sul serio?

in questo mondo di poracci..

lo scontro in tv tra Salvini e Venditti è stato uno dei momenti più bui della già non luminosissima storia della televisione italiana.
L'uomo che ha scritto le canzoni più brutte e scopiazzate della storia, invitato non si sa a quale titolo a Ballarò con la sua raggelante pettinatura alla Karl Lagerfeld con in più l'aggravante della tinta da scaffale Lidl, è riuscito a sparare persino più favate demagogiche del suo interlocutore dal faccione ovale, quello che sta recitando diligentemente l'esilarante ruolo di colui che negli ultimi 20 anni viveva su Plutone e non praticamente in tutti i posti di strapotere possibili e immaginabili, con l'unico risultato di far salire alle stelle l'esaltazione della claque del padano desnudo che non si è peritato di prodigarsi nel suo solito comizio elettorale pure a elezioni se dio vuole concluse, con le solite quattro cazzate sempre le stesse sempre quelle ("c'è l'intera Africa che vuole venire da noi", ma chi cazzo gliel'ha detto che l'intera Africa vuole venire da noi? La maggior parte per fortuna sta benissimo dove sta, "e allora dobbiamo aiutarli a casa loro": tipo i diamanti della Tanzania, tesò?..) con in più una chicca nuova di zecca "i matrimoni gay non sono una priorità. Il lavoro è una priorità: i gay e le lesbiche vogliono lavorare e pagare meno tasse, non sposarsi". Grazie del pensiero, bel vitellone lumbard, ma quali sono le nostre priorità se non ti dispiace lo decidiamo noi, e quali siano le priorità di un'Italia che ormai è la vergogna del mondo civile in quanto a legislazione in materia lo decidono gli italiani, la stragrandissima maggioranza dei quali per fortuna continua a non votare te.
Ciò nonostante era semplicemente umano trovarsi a tifare per il capopopolo dei cafoni razzisti avvinazzati, tale la contagiosa simpatia dell'incartapecorito del pop che ieri sera era persino più lugubre e urticante della sua canzone Lilly, per avere un'idea. Tutto questo senza che Giannini, l'uomo che sa condurre un talk show come io so pilotare una Ferrari XX K, proferisse verbo salvo cominciare un istante dopo l'uscita di scena dei due paladini del tera-tera ad acciaccare il cazzo a qualsiasi altro ospite infarcendo con i suoi nevrastenici "lo dica in una battuta, concludiamo che dobbiamo chiudere, concluda che passiamo ad altro" una diarrea di programma interminabile che inizia all'ora di cena e finisce a notte fonda e non si capisce perchè uno dovrebbe guardarselo con l'asma da fiato corto perchè questo sistematicamente mette il pepe al culo a chi parla e l'apnea ansiogena a chi ascolta.
Dio ci scampi e liberi. Se non fosse per sti quattro zingheri pulciosi con cui ho preso un impegno, in Africa ci andrei io. E di corsa, pure. Questo paese di merda ricomincia ad andarmi stretto stretto stretto. E so' pure dimagrito..


martedì 2 giugno 2015

the same old story..




Prima si sarebbe trattato di giocarsela coi Beatles in quanto a record di vendite polverizzati uno via l'altro (questo fu il primo di 12 numeri uno certificati Bilboard) poi sarebbe stata leggenda.
 Ma mentre adesso fa pure un po' di tenerezza vedere Diana Mary & Flo ondeggiare graziosamente sulle note di un ultra-classico di Holland-Dozier-Holland (che loro non amavano particolarmente, avremmo saputo in seguito) con quella specie di betoniere sulla testa, si tratterebbe di non dimenticare che questo fu il primo caso di divismo, di mega-stardom che l'america razzista, bigotta e sessuofoba concesse a qualcuno che non aveva la pelle bianca. Una rivoluzione. E non per modo di dire.
Le Supremes andavano negli show dove andavano i bianchi, venivano suonate dalle radio che i bianchi ascoltavano, indossavano i vestiti che stavolta sarebbero stati copiati dalle ragazze bianche. E che per questo motivo adesso vengono esposti nei più importanti musei del mondo.
 Proprio come quella dei Beatles, anche la loro parabola durò solo una manciata di anni, sino al 70 per la precisione, quando la Ross lasciò il gruppo per diventare "l'entertainer femmina di maggior successo di tutti i tempi" (titolo in seguito usurpatole da Madonna), non prima di essersi prese il disturbo di cambiare connotati alla storia della musica moderna e, appunto, al costume dell'intera America e buona parte del mondo occidentale.
Le triste vicenda senza lieto fine di Florence (espulsa dal gruppo nel 67 e morta in povertà 9 anni dopo) avrebbe ispirato il musical Dreamgirls (da cui l'omonimo film), mentre Mary, l'eterna rivale di Diana, la "mangiatrice di uomini", si sarebbe proprio per quella rivalità attirata un tale odio da parte dell'oceano di fans della Ross paragonabile solo a quello per Yoko da parte dei fans dei Beatles, e che è tutt'oggi testimoniato dallo scroscio di insulti e minacce al limite del reato penale, a commento di ogni suo video su You Tube. Anche perchè proprio a lei si attribuirebbe la responsabilità dell'agognata reunion (naturalmente con Cindy, che subentrò a Flo) che nei fatti non è mai avvenuta. Io, che pure sono un condannato a vita alla venerazione incondizionata per la Ross, non la odio. Anzi. Ogni volta che guardo un video di Diana Mary & Flo insieme sudo freddo. E puntualmente ho voglia di raccontare di nuovo questa storia..

lunedì 1 giugno 2015

welcome to Maremma Padana

questa bellaToscana invasa da zingari e scappati di casa di ogni ordine e grado ha pensato bene di regalare un secondo posto nella hit parade elettorale a Matteo Salvini. Eravamo abitutati a considerarci la "culla della civiltà", ma stai a guardare il pelo. A proposito del quale, apprendiamo dai soliti bene informati che il mandingo italiano ha brindato a dorso nudo sul balcone bevendo nocino e chiamando Radio Padania per farsi suonare Disco Samba (giuro che non sto parlando di un film con Alvaro Vitali).
Ora: non so chi del suo pittoresco entourage abbia suggerito al non esattamente infaticabile giovanotto che a tutt'oggi fatichiamo a ritenere papabile per il Cavalierato al Lavoro, di insistere su questa reiterata esposizione pubblica di adipe, peluria e ascella selvatica, e se questo faccia parte della complessa strategia mediatica che assieme al non parlare MAI di sanità, per esempio, MAI di scuola, per esempio, ma solo di questa nazione di 60 milioni di coglioni presi in ostaggio da qualche centinaio di trucidoni Rom, pare comprendere fatalmente pure questa non richiesta propensione al siparietto Full Monty. Il fatto è che se siamo arrivati a essere 60 milioni di pirla, non significa necessariamente che siamo arrivati pure ad essere 60 milioni di Isoardi, e grazie al cielo la maggior parte di noi continua a ritenere quello spettacolino di virilità pingue e sospettabilmente maleodorante, una schifezza di visione.
Io non so quale tipo di perversione affligga la diva della tv, non so di quali demoni sia prigioniera nella privatissima inquietudine dei suoi sogni erotico-splatter, e per carità ognuno pensi ai suoi, ma mi spiazza un pò scendere a patti col fatto che questo signore sia convinto che stiamo tutti qui ad attendere che egli ci bei con la visione della sua virile nudità padana che, ahimè, tradisce pure qualche grappino di troppo, opzione peraltro non completamente astrusa se collocata in quel preciso contesto geo-antropologico.
In attesa di vedere la nostra giunta regionale dibattere animatamente su leggi e normative futuristiche tipo la caccia con la fionda e l'accesso ai mezzi pubblici regolato da criteri cromatici, o investire i nostri soldi in stock di mutande verdi (ma siamo disposti a chiudere un occhio purchè l'esuberante Chippendale de noantri non si tolga pure quelle), non ci rimane che prenderne atto ed iniziare questa nuova settimana, questo nuovo mese e questo nuovo ciclo con negli occhi quella soave immagine e nelle orecchie quella deliziosa musichetta.
Pe pe peppè peppè..