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mercoledì 7 marzo 2012

speciale OTTOMARZO2012: ma le orbetellane sono davvero così?..

Generalizzare è idiota, oltre che pericoloso. Vero però che esistono delle condizioni socio-cultural-ambientali che magari finiscono pure con l'avere il loro perchè nell'identikit di una popolazione piuttosto che un' altra. Crescere orbetellana, figlia di orbetellani e mamma di orbetellani, con le anguille sfumate, la sabbia della feniglia, lo struscio sul corso e tutto il resto nel DNA garantisce dei verosimili crismi di caratterizzazione? In soldoni: le donne orbetellane, le nostre donne, hanno o non hanno un profiling da definire con una qualche certezza? Sono o non sono fatte cosi e colà? Manteniamoci semi-seri, per l'amor del cielo, dato che qui nessuno è remotamente titolato a avventurarsi in tesi socio-antropologiche da villaggio-vacanze. Ma diciamocelo: sono le nostre mamme, le nostre amiche, le nostre mogli, le nostre ganze: le conosciamo! Una donna che si dà da fare, nonostante non sia esattamente questa la fama che precede noi orbetellani in generale. Anzi, io vivendo qua ho sempre avuto l'impressione che la capacità di cavare un ragno dal buco (o cavarsi un dito dal culo, come avrebbero detto le nonne) da queste parti sia sempre stata una prerogativa prevalentemente femminile (forse in generale?..) mentre l'orbetellano maschio è più ciambrano e ama trovarsi le cose bell'e scodellate. Una donna tutto sommato piuttosto moderna rispetto a ciò che si potrebbe pensare di chi vive in un piccolo centro di mare nel cuore della Maremma Toscana. A volte un pò sensibile al concetto di modernità che ti rifilano in tv, non esattamente cosmopolita. Ma tutto sommato si, moderna e pratica. Non ho amato il (lungo) periodo in cui sembravano tutte smaniare di smuovere il SUV per andare a prendere il bebè a scuola a 500 passi contati da casa o scapicollarsi in agenzia a prenotare vacanze ultra-cafonal a Sharm-el Sheik, finte come le Barbie da collezione. Ma quel periodo mi sembra tutto sommato passato e passè. Arrivano i tempi di crisi e la donna orbetellana si riplasma a loro immagine e somiglianza: pragmatica, più parsimoniosa, onesta nell'ammettere il momento durissimo e "basta co ste stronzate Hello Kitty che fra l'altro non s'affrontano..Di scarpe ti metti queste e non rompere i coglioni". Una donna soventemente conservatrice se è vero che proprio noi costituiamo sta specie di pecora nera nel sinistrorso panorama socio-politico toscano più in generale, ma non ottusa, non estremizzata nelle convinzioni, neppure remotamente razzista eccezion fatta per qualche raro esempio più ascrivibile a patologie di tipo psico-comportamentale che a ideologie vere e proprie.
Una donna attiva, che si tiene in forma, che frequenta le palestre in gran quantità e con grande slancio ma che ama mangiare, bisbocciare di quando in quando, la sagra, la cena con gli amici, lo sghiozzo di pizza sul Corso mezz'ora prima di cena. Animale sociale a dosaggio controllato, la donna di Orbetello esce volentieri, non si chiude, sta in piazza a chiacchera e passeggia volentieri tra le bancarelle del mercatino: ma francamente non è la donna da festa patronale col ballo liscio in piazza e cofana cotonata di fresco per l'occasione. Si ferma a guardare lo spettacolo, magari ne parla per giorni e spettegola con le amiche, ma lì per lì si scalda il giusto, applaude il giusto, e soprattutto assiste: non partecipa. Pubblico, niente ribalta. Ma ama ballare, quando può và, frequenta corsi di ballo e finalmente esce un'oretta la sera proprio per la lezione di social-dance (sic), cosa assolutamente impensabile fino a una quindicina d'anni fà, e caparbissima nel coinvolgere in questo il marito che dall'alto della propria leggiadria in pista se ne rimarrebbe volentieri a casa a guardare le farfalline di Belen in tv ma "se non vieni te vado da sola" e allora vai col tarascone alla Bocciofila. Religiosa, non bigotta: si alla processione quasi come statement sociale, segno di disponibilità e cuore, mai di devozione cieca e senza interrogativi: madonne umanissime che a volte sbuffano un pò, non Madonnine del Petrolio che piangono, sanguinano, appaiono, scompaiono e ne fanno di ogni. Queste attitudini sono assai più facilmente riscontrabili in posti e luoghi contigui al nostro, ma niente nomi nè indicazioni nemmeno sotto tortura. La reliquia da conservare in casa una settimana ciascuno con relativo pellegrinaggio di pettegolezzo e preghiera a casa di questa e quell'altra da queste parti hanno la stessa aderenza alla realtà che può avere Star Trek negli episodi più gagliardi. Altrove, invece, queste cose acchiappano e come. Una mamma che cresce i figli consapevole di farlo in un luogo tutto sommato salubre e non particolarmente a rischio, anche se poi il colpo di merda del figlio dibosciato ti tocca a Neghelli come a La Cruz se la sfiga ti perseguita, e che perciò non eccede in paranoie e morbosità su sesso disinvolto e canne a go-go perchè sa che tanto l'adolescenza dei figli non è mai una passeggiata di salute, e le esperienze i figli se le fanno che a noi e a Giovanardi piaccia o no. Ma il sapere che il tutto avvenga praticamene sotto casa in un paese che dimostra una certa ostilità e non solidarietà verso gli stili di vita un minimo estremi, la tranquillizza in parte e la rende una mamma più tollerante e comprensiva che altrove. Poi però ti fermi un attimo, rileggi quello che hai scritto e capisci che se avessi descritto la donna di, che so, Orvieto anzichè Orbetello, ne sarebbe venuto fuori un ritratto assolutamente somigliante se non identico. Perchè questa di cui sopra è forse più in gererale la donna italiana dei nostri giorni e la donna orbetellana lo è: la donna italiana dei nostri giorni, con la dolcezza e gli spigoli, gli slanci e i limiti, i sussulti e le arrese che non cambiano da città a città, di regione in regione. Ma avendola frequentata per tanti tanti anni, ormai, e facendomi per un attimo drammaticamente serio, una caratteristica che invece è veramente tipica della donna di qua, di cui ho sempre fieramente riferito e raccontato nei miei periodi di migrazione a chi la donna orbetellana non l'ha conosciuta personalmente, che comprende una gamma di nomi, età, condizioni e realtà che vanno da mia madre, passando per le amiche, arrivando alla ragazza giovane con la quale condivido l'esperienza Laguna Trend, è quella caratteristica che è speciale proprio perchè noi siamo nati e cresciuti in un piccolo centro, in una terra, quella di Maremma, dove la gente ha fama di essere dura e poco ospitale, dove di stimoli esterni ne arrivano col contagocce e dove non sempre è possibile andarseli a cercare fuori: l'apertura mentale. Questa si congenita, ambientale, di specie, antropologica o chissà cosa, che le caratterizza tutte con poche, rarissime eccezioni. L'apertura mentale: che non te la garantisce il vivere a New York nè il laurearti alla Bocconi, non te la garantisce il talento da artista nè un credo religioso a-la-page. La donna orbetellana decide di esserlo, aperta, perchè qui è cosi che va e non ci sono altre opzioni. Altro che provincia, altro che paesino di mare, altro che Maremma. La donna orbetellana è di mente così aperta da renderle agevole e sopportabile doversi confrontare con mentalità e stili di vita, come quelli di chi scrive, che non potrebbero essere più distanti da lei, e trovarlo pure utile e gradevole. Rispetto.

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