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martedì 13 gennaio 2015

Io amo fumare.

Mi piace fumare. Adoro fumare, E non le canne. Quelle mi hanno sempre fatto cagare: le sigarette, proprio le povere vituperate sigarette. Con riferimento all'ultima stronzata filo-americana dei divieti prossimi venturi di fumare nei parchi, sulle spiagge, in automobile e magari nei campi di lillà preannunciate con enfasi dalla ministra Lorenzin, che dall'alto della sua esperienza in materia sanitaria (?) è ministro della Salute dell'attuale governo e che ha tentato di commuovermi sino alle lacrime con la solita rigmarola che i fumatori costano un botto alla sanità pubblica, sorvolando elegantemente su quanto le sigarette invece facciano scorreggiare questo governo, come per altro tutti i precedenti, in termini di entrate, visto che LoRenzi il Magnifico la prima cosa che si è premurato di fare all'albeggiare del nuovo anno è stato oops proprio ritoccare (all'insù, ca va sans dir) le accise.
E non è tutto: in questo merdaio di mondo del cinema Blockbuster generato dalla peggiore america guerrafondaia, cicciona e peticellosa, ormai quasi esclusivamente a suo uso e consumo, e di videogames letteralmente infarciti di violenza trucida, combattimenti, morti ammazzati e stupri, questo titano di statista della Lorenzin avverte pure che sarà proibito, e lo tengano bene a mente pure  i produttori delle nostre fiction tv rinomate per la trasgressione quasi borderline, mostrare spippettamenti su grandi e piccoli schermi.
Che equivale a dire che in casa Berlusconi, da dove la signora arriva (l'avresti mai detto?..) si dia per scontato che gli italiani imbecilli (del vero in questa nozione c'è, ma non esageriamo) vedano in tv quei mentecatti ritardati di Jackass darsi le badilate sui coglioni e corrano subito a farlo, con la stessa solerzia con la quale poi corrano ad acquistare i materassi caldeggiatici con cadenza ipnotica da Emanuela Foliero. Oppure che la ministra voglia fa' l'americana di quell'America dove anche la più innocua casetta di periferia con giardino coloniale e cassetta della posta multicolore, al suo interno sembra un arsenale dei Tupamaros dei tempi d'oro, ma guai a fumare una sigaretta che ti guardano come se avessi la peste bubbonica.
Imbecilli, talebani imbecilli. Quelli che sbraitano scompostamente per il fastidio del fumo, che si comportano come se le sigarette emanassero scorie atomiche e che però non fanno un passo a piedi neppure sotto tortura e usano la macchina (magari il SUV cafone, modello rapper-old-school) anche per fare il giro del palazzo per raccogliere una molletta, per me sono imbecilli, Dei poveri imbecilli arrabbiati. Come imbecilli sono i terroristi del "fumare fa male" in tutte le sue deliranti declinazioni, compreso le vere e proprie torture inflitte alle donne in gravidanza: mamma ci allattava con la sigaretta in bocca. Tutti sanissimi come pesci, thank you.
A me, dicevo, piace fumare. Il massimo che posso fare è non strabordare con la quantità (ma non perchè faccia male: perchè costa!), cerco perciò di non fumare quanto realmente desidererei, cioè assai di più, ma a smettere non ci ho pensato mai neppure per un secondo.
E mi consola il fatto che il risultato di tutti questi divieti e divietucci idioti si traduca nel fatto che i giovanissimi italiani siano tra i più accaniti fumatori precoci del mondo. E che il vietargli di fumare nel cortile di scuola non abbia scalfito di una caccola questo stato delle cose.
Fumare fa morire. Oh si, lo so.
Cercherò di ricordarmelo quando qualcuno mi garantirà con assoluta certezza che se non muoio di bronco-pneumopatia non morirò di nient'altro.
Cercherò di ricordarmelo la prossima volta che rischio di morire in un incidente stradale o semplicemente mangiando grassi più o meno saturi (cioè praticamente tutto tranne le schifezze miserevoli) o bevendo alcoolici o viaggiando su un traghetto o correndo su una mountain bike o scivolando nella vasca da bagno spappolandomi il cervelletto, o passeggiando sotto i disgraziatissimi alberi dell'Idroscalo in una giornata ventosa.
Cercherò di ricordarmelo che noi umani siamo mortali.
E se è vero che qui nessuno ha voglia di andarsela a cercare e magari con largo anticipo, è pure vero che vivere una vita di merda per paura di morire è una delle filosofie più stronze e isteriche che la società moderna possa aver partorito.
E si che si è data da fare.

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