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giovedì 29 dicembre 2016

Imagine there's no tv

Per pura disperazione perché in questi giorni di melassa di merda non c'è un cazzo, e più che altro per starmene un po a cuccia coi miei mici addosso, mi sono sorbito un programma con Saviano trasmesso stranamente da una rete che in genere trasmette tutt'altro (Giallo Tv) chiamato Imagine, in cui lo scrittore partendo appunto da un'immagine, parlava di cose che in qualche modo hanno marcato questo 2016. 
Sorbito per modo di dire: pur essendo una delle persone più insonni dell'Italia centro-peninsulare a un certo punto mi sono pure mezzo alloppiato: tetro, monocorde, persino un po retorico (il siparietto col ragazzotto figo che scrive la lettera al fratello down mi ha fatto desiderare di veder sbucar fuori la Cipollari a sparare la sua solita merda), prevedibile, senza un guizzo, piatto. L'uomo che ha messo in agitazione mezza malavita organizzata italiana a me m'ha fatto du palle che fatico a rialzarmi. Una roba che quell'inutile spreco di spazio e aria di Rudy Zerbi al confronto è un gigante dell'entertainement. Dopo essermi immaginato come sarebbe stata la stessa identica idea se affidata, che so, a un Lucarelli, ho dedotto che gli scrittori in tv sono come le star della tv in radio o i calciatori in pubblicità: merda allo stato puro. 
Perché invece non ci diamo una regolatina e torniamo tutti a fare quello che sappiamo fare? Specie quando lo sappiamo fare bene.


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