LABELS

ALTROVE (766) UN ALTRO GIORNO (253) QUI E ORA (106) NOTE (8)

venerdì 8 marzo 2013

vade retro mimosa..

Se c'è una cosa che veramente detesto della giornata internazionale della donna è questa diffusa orticaria nei confronti dell'innocuo rituale aperitivo-pizza-strip. Soprattutto quando il pistolotto arriva dalle donne stesse.
Una premessa che credo sia obbligatoria è che chi scrive si considera un femminista, sempre e comunque, e soprattutto femminista con "quel concetto là" di femminismo: quello che è nato con i movimenti di fine anni 60. Quello dell'utero è mio e me lo gestisco io. Precisissimamente quello. Così non equivochiamo.
Quello che anzi io rimprovero a molte donne è proprio il non esserlo a sufficienza, il non esserlo quanto me.
Ma sta roba dello strip non si sopporta proprio.
Cosa dovrebbe mai esserci di tanto sbagliato nel concludere una giornata di (obbligatoria) riflessione con un pò di goliardia? Cosa c'è di volgare nel suggellare una giornata che evoca istanze delicatissime con un pò di sano svacco? Io credo che innanzitutto abbia a che fare con la fobia isterica, talebana e sessista che questo mondo patisce nei confronti del pisello (tutto sto sdegno per il fatto che decine di migliaia di donne si spogliano, si fa per dire,  nei night ogni notte per gli occhi di uomini che di sicuro non sono lì per goliardia non lo vedo mai: mi sono distratto?) che rimane ormai l'unica cosa che non può essere fotografata, filmata, pubblicata, esibita: MAI in nessuna circostanza, spesso con la scusa che il vederlo turberebbe i bambini ai quali invece è più prudente, pare, far credere che gli uomini sotto le mutande nascondano una pianta di cavol fiore, continuando a considerare i bambini perennemente più imbecilli di quanto per fortuna non siano.
E soprattutto credo che abbia a che fare col fatto che vedere delle donne che si divertono, sbracano, e fanno i cazzi loro fra di loro con modalità che loro stabiliscono sia una cosa che faccia ancora rosicare molti ( e molte!). Ogni festa più o meno comandata è intrisa di piccoli riti, simboli, iconoclastia. Io trovo offensiva la religiosissima strage degli agnelli a Pasqua, per esempio, non delle donne adulte e consapevoli che si divertono come cazzo gli pare quando e quanto gli pare. "Io la donna la rispetto sempre, non un giorno all'anno". Che stronzata: allora dovresti ossequiare Gesù non solo a Natale, fare gavettoni anche a gennaio e non solo a ferragosto, recitare poesie alla mamma ogni dì e portare a cena la fidanzata tutte le sere: togliamo le feste e non se ne parla più. Perchè invece sono proprio questi piccoli rituali legati alla giornata della donna a risultare fastidiosi? Se oggi è una giornata che internazionalmente è stata riconosciuta come dedicata alle donne, che c'è di male nel regalare loro un mazzolino di fiori per dimostrare empatia? Certo, meglio sarebbe coglierlo nei campi, sto mazzolino. Ma deduco che milioni di italiani non abbiano un albero di mimosa sotto casa come me, nè il tempo per andare in camporella che posso avere io. Credo che comprarlo sia semplicemente la soluzione più a portata di mano: non consumismo. Ne buttiamo tanti di quattrini per orribili stronzate perchè "ce l'hanno tutti", perchè "va di moda". Vogliamo dire che l'unico aberrante sintomo di capitalismo ingordo e arraffone è sto cazzo di mazzolino di mimosa?
Sono fierissimo del fatto che la grande comunità gay mondiale  non abbia mai cambiato connotazione al Gay Pride, nemmeno negli anni tragici dell'AIDS in pieno boom che ne sterminava come mosche, mai rinunciando a qualche nudità, mai rinunciando alla musica ad altissimo volume, ai carri, ai colori e al mega party conclusivo. Tanto per ricordarci che è sempre prudente non prendersi troppo sul serio, e soprattutto che se voi avete problemi con due chiappe e qualche sguaiataggine, siete voi che state messi male, e vi portiamo caramente nel cuore.
E sai cosa? Io penso che quelli (quelle!) che hanno da ridire sugli strip dell'8 marzo siano proprio quelli che dicono " vanno bene i diritti dei gay, ma che necessità c'è di denudarsi, sculettare e baciarsi in pubblico?". La mia risposta in entrambi i casi è, care le mie adorate donne: che necessità c'è di non farlo? E soprattutto: per far contento chi?


Nessun commento:

Posta un commento