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giovedì 6 marzo 2014

l'Antoniano di regime..

Visto fino alla nausea praticamente ovunque e praticamente sempre nelle ultime 24 ore il video dei bambini della scuola di non so dove che si sono prodigati nell'ormai famigerato coretto di benvenuto al premier, non riesco a trattenere un paio di innocue considerazioni. Tipo.
Che al più si potrebbero accusare gli insegnanti di quel pizzico di eccesso di zelo nel voler enfatizzare un accadimento straordinario e straordinario veramente cercando, deduco in buona fede, di coinvolgere attivamente gli scolari, non limitandosi ad infliggerglielo, a lasciarglielo subire, a non lasciargli subire passivamente quello che immaginiamo essere stato un temporaneo ma asfissiante assalto di praticamente tutti i media possibili e immaginabili, gli stessi per capirci che stamattina si premuravano di battere la straripante, urgentissima comunicazione della notizia che Renzi aveva perso una scarpa salendo sul bus, tanto per rendere l'idea di che aria tira.
La faccetta del presidente del Consiglio seconda in imbarazzo solo a quelle dei milioni che l'hanno rivisto la scenetta in tv o sul web, le faccette soddisfatte degli insegnanti, e quelle mediamente imperturbabili degli stessi componenti del lieto coretto, emozionati ne più ne meno quanto quel passionale di Sorrentino quando gli hanno schiaffato un Oscar tra le mani, cioè un cazzo.
E tutto sommato una roba che altrove (tipo negli Usa) sarebbe considerata prassi, e che da noi non lo è, più che altro perchè di presidenti del Consiglio che si sperticassero in visite alle scolaresche di periferia ne ricordiamo pochi o alcuno, indaffarati com'erano, in alcuni casi, ad ospitare contingenti di poco più che coetanee dei piccoli cantori  nelle loro dimore, e in contesti un filino meno canterini di questo.
Da ugola d'oro a gola profonda è un attimo, non credere.
Ma un'altra considerazione è questa: prova a immaginare i titoli nella stampa di sinistra, specie di quella che i quotidiani li legge mollemente adagiata sulle sabbie ferrose del Frigidaire a Capalbio o nella veranda di un agriturismo cool del salentino la mattina dopo l'aver fatto follie (sic) alla Festa della Taranta, se protagonista di sta roba fosse stato Berlusconi anzichè Arthur Renzarelli: i più cauti avrebbero scomodato la Corea del Nord.
E invece l'unico che si è avventurato in spericolati raffronti con regimi passati e figli della lupa è stato quel mattacchione di Grillo. Che ha persino mollato un attimo le pratiche per l'ennesima epurazione-comitiva dal suo movimento, che stava giustappunto sbrigando in quel momento via blog-fabbricaquattrini,  per lanciare il suo anatema finto-sarcastico. Riuscendo quasi a strapparci un caro vecchio "il bue dice cornuto all'asino".












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