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lunedì 20 aprile 2015

porta i sali, Osvaldo: il Re straparla..

"Un uomo deve essere un uomo". Non è il manifesto del pensiero di Carlo Giovanardi ne la scritta sull'ultima t.shirt della Mussolini: è semplicemente quanto ha detto al Sunday Times sua altezza Re Giorgio Armani, leggenda vivente, vera eccellenza italiana (lui si, non quelle due pesti bubboniche di Volta & Gabbana queens of bancarella), uno di quei fashion designer che ti fa venir voglia di sederti e rivedere un attimo la topografia dei confini tra le parole stilista e artista. Perciò uno che merita di essere quantomeno ascoltato. Soprattutto quando parla di vestiti.
 E perciò quando te la butta là, così, con nonchalance, un po' ci rifletti: "Un uomo omosessuale è uomo al 100%. Non ha bisogno di vestirsi da omosessuale". A parte l'insistenza sul termine ospedaliero "omosessuale" che definire vetusto è un'eufemismo (gay, Giorgè: si dice gay), the King ci chiede di vestirci da uomini (per fortuna non di camminare da uomini che per un pelo andavamo a scomodare il riposo eterno del poro John Wayne). E di grazia, sua eccellenza, come sarebbe sto vestito da gay? Tutina rosa fucsia metallizzata? Perchè alcuni gay si vestono così. Pelle, borchie e berretto da biker? Perchè alcuni gay si vestono così. Jeans e giacca? Perchè alcuni gay si vestono così. 501 decolorati e camicia western? Perchè molti gay si vestono così. Cosa significa "quando l'omosessualità è esibita all'estremo è qualcosa che non ha a niente a che fare con me"? Quale capo di abbigliamento, dato che lei se ne intende, "esibisce all'estremo" un orientamento affettivo, un sentimento, una pulsione sessuale? Le rispondo io, Giorgissimo, che non so neppure attaccare un bottone e che il più delle volte vesto come uno appena sceso dai barconi a causa della mia attività di volontario randagismo felino che non necessita esattamente del tuxedo, diciamo così (a proposito: la tenuta da gattaro, San Giorgio, "esibisce all'estremo" o no?). La verità è che nessun abbigliamento esprime una vita, un amore, un affetto, una tendenza sessuale: nes-su-no. Ne all'estremo ne in modo sobriamente contrito. Non c'è un solo modo di essere gay, esattamente come non c'è un solo modo di essere donna o, appunto, uomo. Questi sono stereotipi, clichè, roba vecchia e puzzolente, che neppure le nostre nonne prendevano granchè sul serio. E perciò, di conseguenza, non c'è un modo per "esibire" queste cose. Al più, con l'abbigliamento si esibisce la propria personalità, che però ha tante, tantissime sfaccettature, delle quali la sessualità non è che una componente: una delle tante.
Fa un po' specie sentir dire queste minchiate da un uomo (o omo) di mondo come lei, sua Magnificienza. Queste si che sono banalità da bancarella, da mercatino rionale, da Dolce & Gabbana, tanto per pungolarla nel vivo. Queste si che sono degne delle t.shirt della Mussolini e dei proclami di Giovanardi.
Un'ultima considerazione: ammesso e non concesso che l'omosessualità si possa esibire, perchè dovrebbe essere esibita anche solo un soffio in meno di quanto non si esibisca l'eterosessualità? Perchè dà tanto fastidio questa "esibizione"? E perchè dà tanto fastidio persino a un gay anzianotto e navigato come lei? Difronte a uno che passeggia beato con shorts animalier giro-chiappa e canotta in lurex, dovrebbe essere proprio lei, guru della moda, a sostenere con forza che se è questo il modo in cui ti senti di esprimere la tua personalità, benissimo, fallo: non hai bisogno dell'autorizzazione di nessuno ne delle pagelle da nessuno.
Perchè a me risulta, Sua Divinità, che su tutto si può discutere tranne che su una cosa: che la moda (quella vera, quella di cui lei si occupa ogni giorno da 100 anni) abita su un pianeta. E le convenzioni su un altro.
Volendoci attenere agli stereotipi che lei sembra amare tanto: sarà mica vero, allora, che gli stilisti sono la categoria che nello sparare stronzate sgrammaticate è seconda solo ai calciatori?
Comincerei a sospettare di si.

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