Non ci provate.
In Italia il caso Battisti non è un caso politico. È un caso giudiziario.
È stato catturato un latitante. E di sicuro non l'ha catturato Salvini, che da tutte le postazioni di potere ricoperte col suo partito negli scorsi decenni, anziché saccheggiare i quattrini dei contribuenti, avrebbe avuto modo e maniera di fargliela terminare un po' prima, la "pacchia".
E farla terminare anche al merdaio di fascisti assassini stragisti favolosamente impuniti all'ombra di protezioni, depistaggi, connivenze e omertà ad ogni latitudine delle istituzioni deviate, e anche quelle molto meno deviate, di questo paese.
Ricordo sommessamente, solo per fare un esempio, che tutto il solito apparatone dei misteri si mobilitava a protezione di ste schifezze umane anche quando si trattava di sociopatici che delinquevano per il solo gusto di delinquere, senza neppure il movente merdoso del credo politico, tipo i tre mostri del Circeo, un paio dei quali il carcere non l'hanno mai visto neppure in cartolina o giù di lì e chissà che cazzo di fine hanno fatto, mentre all'unico che era stato assicurato alle patrie galere, il prode Izzo, è stata addirittura servita su un piatto d'argento l'opportunità di uscire e scannarne giusto un altro paio, di donne: madre e figlia adolescente.
C'è una sentenza emessa dalla legge di questo Stato e una vicenda giudiziaria che termina qui. Sui risvolti politici di questa brutta storia stendiamo tutti, ma proprio tutti, un velo pietoso. Che è meglio.
ps: caro ministro mascherato: se sei così bravo a catturare latitanti, portaci Matteo Messina Denaro, che allo stato delle cose è persino più pericoloso di un vecchio terrorista redento, convertito, e certificato radical chic.
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