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domenica 13 novembre 2011

E ORA C'E' DA FARE


E ora c'è tanto da fare. C'è da dismettere questa consuetudine idiota di appellare come comunista chiunque non la pensi come te quando di comunisti non ne vediamo più in circolazione da tempo memorabile, avendo provveduto essi stessi a polverizzarsi, a frantumarsi in partitini inutili e uggiosi, capaci sempre e solo a dire no: a tutto, a tutti, come se quando diventi una forza di governo non dovessi rendere conto ad una pletora di poteri, poterini e poterucci che tutti sti idealistissimi, stucchevoli, compulsivi, meccanici no prima o poi te li fanno cagare, in una operazione di tafazzismo seconda solo a quella dei Verdi italiani che tra una comparsata tv, una puntatina al Mucca Assassina e un litigio furibondo con scissioncina infinitesimale annessa e connessa, sono passati dall'essere un dito nel culo a una roba di un'inutilità siderale, proprio mentre i verdi, che so, tedeschi, diventavano una potentissima forza governativa. Col risultato che tra Bondi, Ferrara e compagnia bella, i pochi sparuti superstiti del comunismo italiano sono piu tra le fila del PDL che dell'opposizione, a momenti. Eccezione fatta per un personaggio di una tale statura, di una tale inattaccabile caratura, di un tale prestigio nazionale e internazionale che quei poveri mentecatti che da mesi e mesi, sui pietosi stracci di carta stampata del clan familiare Berlusconi e della lega-seppia attaccata alle poltrone peggio della DC dei tempi d'oro, tentano di infangarne nome e statura con sussurri, ammiccamenti, sibili, non ottenendo altro risultato che quello di apparire ancora più patetici e isolati dal mondo, se umanamente possibile, di quanto già non siano, invidiosi fracichi che tanto lustro e prestigio siano toccati a quel vecchio, grande, grandissimo comunista di Giorgio Napolitano e non al loro datore di lavoro e quel circo equestre dei suoi tirapiedi a busta-paga.
C'è da restituire dignità alla donna italiana: imparando di nuovo a calibrare i termini quando di essa si parla, perchè glielo si deve: un rispetto che deve quasi indurre all'auto-censura tale la sua importanza nella società e nella nostra vita di tutti i giorni; tornando a bollare come inammissibili senza se e senza ma battutine, barzellettine, sguardi invadenti, abitudini e comportamenti pure privati che la riducono a bambola, infermierina da film con Nadia Cassini, a ogggetto e merce di scambio, senza l'attenuante dell'humor (sic) del cameratismo guascone, del "si l'ho detto ma scherzavo". Scherzavi una ceppica di cazzo: scherza su quelle quattro bagasce che te la danno a pagamento e modera assolutissimamente toni e termini quando l'oggetto in questione è la donna: la mia amica, mia madre, la mia compagna, mia sorella, mia figlia, la mia badante, la mia vicina di casa: devi rispettarla, punto e basta, anche nello scegliere con cura termini e atteggiamenti da adottare. Sempre.
C'è da rendere illecita la battutina sui gay e da stigmatizzare l'uso di termini da trogloditi: é una roba infelice, fuori dal tempo, che trasuda ignoranza e ottusità, che disonora più chi la fa che chi la riceve e c'è invece da legiferare sul tema, e urgentemente: per rimetterci in pari col resto del mondo civile che ci ha seminato, che ci ha distanziato di anni luce, perchè noi siamo qui incatenati alle sottane di vescovi, papi, cardinali: omertosi, ricchi sfondati e potenti, intrallazzoni e ingordi, dai quali non sentiamo assolutamente l'urgenza di ricevere approvazioni di sorta semplicemtente perchè chi se ne frega; in camera mia non deve entrarci lo Stato, non devono entrarci vescovi, in camera mia non deve metterci piede nessuno: ma io ho il diritto sacrosanto e sancito dalla costituzione di vedermi applicata la legge che adesso è per te in un modo e per me in un altro, ho diritto alla tutela da parte del MIO stato contro chi mi offende, mi mortifica, mi picchia per pura imbacillità, per odio, per ignoranza. E quel poveraccio di Giovanardi che si affanna a starnazzare che leggi in questo senso ci sono e sono quelle che valgono per gli altri non deve aver capito, meschino, che agli "altri" nessuno li insulta, li picchia, li mortifica già da bambini solo per come sono: questo Giovanardi non ce la fa a comprenderlo e allora non c'è da stare qui a perdere altro tempo a spiegarglielo: c'è da archiviarlo urgentemente alla voce "roba brutta" per non tornarci mai più sopra. Lui e quelli come lui, cardinali e cadinalesse compresi.
C'è da liberare la Rai: che è nostra, che é la finestra della cultura di questo paese: c'è da buttar fuori a pedate chi coi soldi miei caccia la Dandini e si tiene quella scema sgrammaticata della Balivo, dando così per scontato che IO E TE meritiamo la Balivo, perchè siamo e dobbiamo restare scemi sedati. Dobbiamo cacciare i funzionari-lacché che sono stati piazzati là per fare gli interessi di tutti i piersilvi del mondo e delle loro satolle cassette di sicurezza, riuscendoci per altro alla grande, visti i dati d'ascolto e i resoconti fallimentari; dobbiamo cacciarli perchè certe intercettazioni non so quali e quanti reati configurassero: so che erano ignobili e offensive per la mia intelligenza e per la mia dignità di uomo. C'è da spintonare fuori i Minzolingua e i Vespa del plastico guardone e degli asfissianti libri su e con Berlusconi, perchè Rai News 24 ormai dissanguata e ridotta all'osso senza neppure telecamere a sufficienza per seguire un evento in diretta, ci dimostra tutti i giorni che le professionalità ci sono eccome, la voglia di raccontarci la notizia così com'è c'è eccome, seppur confinata in un paio di reti ridotte a riserva indiana asserragliata. Perchè io ho vergogna che del mio paese si dica che è al settantacinquesimo posto per la liberà d'informazione: io questo non sono disposto a tollerarlo un solo giorno ancora.
C'è da mandare a casa e di corsa un'opposizione che ha skippato su un conflitto d'interessi da novelle di Boccaccio, da cui tutto è scaturito, tutto è iniziato trascinandoci quì dove siamo ora. C'è da licenziare chi si è reso colpevole di distrazioni e sconfitte clamorose e a raffica. Un'opposizione che non si oppone o comunque non abbastanza a sprechi e privilegi che ormai suscitano conati di vomito a chiunque abbia la benedizione di esser dotato di un minimo di senno e senso della decenza, altro che "anti-plitica" di sto par di coglioni.
C'è da far tornare questo paese a essere un paese di grande cultura, grande civiltà, grande senzo etico e civico. Altro che spread.
C'è da ridare dignità al 25 aprile, perchè la nostra fantastica Costituzione lo pretende: alla laicità dello Stato, alla sovranità dello Stato, al lustro dello Stato.
E c'è da restituire dignità alla destra italiana: st'alluvione di merda che ci ha sommerso per anni non ha un fico secco a che spartire con l'essere di destra. Chi cazzo vuole essere rappresentato dalla Santanchè e da quell'ignorante della Gelmini? Chi vuole accodarsi dietro a portabandiera del calibro di Gabriella Carlucci e Daniele Capezzone? Chi vuole affidare gli asili nido dei propri figli alle cure di quella battona della Minetti? Che minchia ha tutto questo a che fare con l'essere di destra? Quale uomo di destra combatte con furore isterico la legge e chi la rappresenta? Le istituzioni e chi le rappresenta? Chi vuole passeggiare a braccetto con gente che si addobba di verde, inscena improbabili riti celtici e si inventa stati padani che esistono nè più nè meno come esiste Paperopoli? Ma cosa cazzo vi siete fatti raccontare da quella brutta copia di Vanna Marchi della politica? Ma che uomini di destra siete? Siete contenti di essere appellati ovunque nel mondo come "destra becera e populista": ottusi, razzisti, bigotti, papisti e anti-storici alla stregua di quei quattro raccattati fanatici del tea-party americano? E soprattutto: che cosa ci avete guadagnato? Se non siete azionisti Mediaset, faccendieri in odor di mafia o bagasce a gettone, ingorde e sovraddobbate, temo niente.
Ora c'è tanto da fare. Per tutti.

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