Tutto questo per giorni, e a due passi dall'ufficio dell'ignaro (ahahahah) Alfano.
Naturalmente nulla di questo ha a che vedere con gli intrallazzi di Berlusconi col dittatore kazaco per questioni economiche assolutamente private, con conseguente goliardico cameratismo maschio tra chi è abituato a organizzare cenette a base di troie e champagne l'uno per l'altro, a turno.
Queste sono schifezze che nei polizieschi di cui vado matto sono ambientate in Colombia, o in qualche repubblichetta delle banane in pieno continente africano.
Quello che mi consola è il moto di sdegno e spernacchio (tanto per cambiare) rivoltoci coralmente sulle più importanti testate e siti del mondo. Mentre quel colosso di statista di Letta para il culo a quell'impunito di Perv-usconi, allo zietto, alle pitonesse, e a tutto il troiame che oggi a Milano ha fatto fioccare condanne come grandine. Comincio a avere orrore di questo paese.
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