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lunedì 8 luglio 2013

Lampedusa chiama Oslo

Un'omelia durissima, anzi di rara durezza per un pontefice. E un tweet  che è di quelli che in genere si imprimono dritti dritti nella storia: la globalizzazione dell'indifferenza. Parole che, a proposito di indifferenza, possono scivolar via solo sulla pelle dei tanti, tantissimi "fedeli" della domenica, quelli (e parliamo di milioni) che si ricordano di essere cristiani e cattolici solo dalle 11:00 della domenica mattina per un'oretta scarsa. E neppure tutte le domeniche. Perchè per il resto non c'è traccia di cristianità: nello stile di vita, nei comportamenti, nelle scelte, persino quelle elettorali, tipo quando si vota allegramente il movimento neppure tanto velatamente razzista o quei partiti-azienda che partoriscono leggi che fanno inorridire le importanti istituzioni internazionali che si occupano di rifugiati e migrazione, quelle forze politiche che si appellano accoratamente alle nostre "radici cristiane" solo quando gli si fa notare che il crocifisso a scuola o nei tribunali
è ormai poco meno che un affronto alle diversità religiose di tantissimi nuovi italiani.
Diciamocelo subito: chi scrive è la persona più laica del pianeta, e 'laica' è per usare un eufemismo. Ma quest'uomo ha una potenza comunicativa che è delle grandi figure che appartengono alla storia, a prescindere dai credo politici o religiosi. Non stiamo (per ora) a scomodare i Dalai Lama. Ma solo per pura prudenza e pure un pò codarda. Perchè quando questo Bergoglio parla, è lampante che a parlare è un colosso si della comunicazione, ma anche della spiritualità. Non so con che criteri vengano fatti beati o santi i rappresentanti della chiesa, con quella roba medievale dei miracoli che a noi miscredenti fà ridere a crepapelle. Manteniamoci nel nostro territorio e buttiamola là: questa è una figura da Nobel per la pace. E temiamo che abbia solo appena iniziato.
E' sin troppo chiaro che con l'immenso, incontenibile blob di  merda di cui ormai le mura vaticane trasudavano, quello per intenderci che ha fatto capitolare persino un crostino del calibro di Ratzinger, uomo potentissimo assai prima di diventare pontefice, quello delle lobby gay (nemmeno Dan Brown avrebbe osato tanto), dell'orda di pedofili coccolati come orsetti di pelouche, di quel sacrario dell'evasione fiscale e del riciclaggio che è lo Ior con annessa carovana di brave personcine che lo vampirizzano, al punto da far suonare assolutamente ilare la mission originale dell'ente: "a favore delle opere religiose", che verrebbe voglia di aggiungere ahahahahha come quando si cazzeggia su Facebook, sino ai peggio malviventi (e non per modo di dire) comodamente adagiati tra un papa defunto e l'altro, per il loro (dei malviventi) auspicatissimo e purtroppo tardivo eterno riposo, è sin troppo chiaro, dicevamo, che a questo punto, dopo le dimissioni glamour di Benedetto XVI si sarebbe optato per un'operazione di re-styling, senza attendere l'ormai incombente  desertificazione di chiede e noviziati, quotidianamente amplificata dall' oceanico spernacchiamento planetario via web. Ma siamo sufficientemente ingenui da pensare che questo papa non l'avesse raccontata tutta prima di esserlo e che una volta diventatolo abbia esordito con qualcosina tipo 'ora facciamo due conti, bellini". Parola più parola meno.
Cioè che la potenza deflagrante di questa figura si sia svelata in tutto il suo furore pirotecnico solo a giochi fatti. E ci piace pensare che tra le solenni stanze d'oltre Tevere si sia sibilato più di un "bella randellata sui coglioni che ci siamo dati, fratè..".
Scandisce le parole col suo italiano stentoreo, con quel tono un pò cantilenoso e l'aria bonaria da vecchio zio rompicoglioni che in genere ti fa sorridere ma se hai il culo storto lo fregheresti giù dal settimo piano. Poi però ti soffermi un istante sul significato delle parole che pronuncia, e ti accorgi che questo Bergoglio ha tutta un'altra concezione della chiesa, tutta un altra concezione dei rappresentanti della chiesa e soprattutto ahia, sorry guys, tutta un'altra concezione dell'essere fedeli.
Ratzinger aveva su chi scrive un effetto urticante, pure quando parlava italiano figuriamoci in latino. Se è per questo non ci siamo mai lasciati emozionare neppure dall'anticomunismo sornione di Woitila. E invece è giunta l'ora di confessare che questo signore tocca le corde della nostra latente, latitante spiritualità. E lo fa con parole e concetti radicalmente terreni, altro che miracoli, quasi politici.
Qualcuno così gentile da essersi preso  il disturbo di leggere qualcos'altro di questo blog, ricorderà tutto lo scetticismo sui tangibili cambiamenti nella vita di chiunque che l'elezione di un nuovo papa può apportare. Eccoci già qui ad auto-sconfessarci.
L'operazione Lampedusa (procediamo pure col peloso sarcasmo di sempre e chiamiamola 'operazione') che se non altro ha il grande merito di aver messo a tacere anche solo per un giorno gli imbecilli che quotidianamente dall'alto della loro infinitesimale piccolezza  infieriscono su un personaggio del calibro della Boldrini si è rivelata di una efficacia, di una tale forza scardinatrice,  una tale caracca nel muso degli ipocriti di tutto il mondo, da meritare che i luminari di Oslo ci facciano da subito un pensierino. E non c'è santo che tenga.

foto da ilmessaggero.it

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