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mercoledì 21 ottobre 2015

aspettando Garibaldi..

credo di essere uno dei pochi a cui dell'orologio nuovo di zecca gliene frega il giusto. Per usare un eufemismo.
 E a rischio di rendermi un po' impopolare (sai che strazio) trovo quella facciata di tre colori una cosa di un brutto raggelante e fatico a capire perchè non si sia risolto il problema (ci saranno degli ottimi motivi, ne sono sicuro, ma rimane una cagata terrificante). Non so di chi siano i meriti e i demeriti e non me ne frega veramente un cazzo, non so di chi siano (e se ci siano) le responsabilità per la mostruosità di tempo che la soluzione di questo psicodramma, di questa rigmarola perpetua, di questa novella dello stento di cantieraccio nella piazza principale (giuro che ora fatico persino a farci l'occhio: mi sembra spoglio, talmente è stato impacchettato) ha impiegato. So solo che è stato fatto esattamente e semplicemente ciò che doveva essere fatto. E facciamo a capirci: se è stato fatto oggi è sempre un giorno troppo tardi. Non capisco il deliquio scatenatosi su questo stesso social network dove ormai si pubblicano in modo compulsivo scatti su scatti dello stesso soggetto con un risultato lievemente ipnotico, allucinogeno, e francamente mi piscio sotto nel vedere gente addirittura imbambolata in piedi nel bel mezzo della piazza in preda a raptus da estasi mistico-architettonica, da sindrome di Stendhall allo scaveccio, nemmeno se la Madonna di Medjugore avesse deciso di fare cu cu dal terrazzo di quel simpaticone di attore che vive lì e di cui ho rimosso il nome. Sia chiaro: certo che mi fa piacere vedere il campanile del mio paese restaurato. Il fatto è che di questo, appunto, trattasi. Di restauro. Che era dovuto, che era inevitabile, che non era facoltativo, per portare a termine il quale si è impiegato il tempo che si impiegherebbe per restaurare agevolmente l'intera Valle dei Templi.
 Ps: e chiariamoci subito, non sono neppure tra quelli che non dormono la notte corrosi dall'ansia per il ritorno del poro Garibaldi, questo si un barzellettone da film con Tina Pica.
Delle due l'una: o io sono un truce insensibile all'amore per il campanile (in senso lato) o magari ripigliamoci un attimino tutti e ricordiamoci che male che va ci si può essere vita anche al di fuori del cono d'ombra dell'orologio del campanile o della fontana di piazza Cortesini.

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