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domenica 13 dicembre 2015

Questo non è un disco di Natale..

lo ripubblico tutti gli anni, così: para para. 'Cause it's worth it..


La storia delle canzoni e dei dischi di Natale è vecchia come il Natale stesso, e molto sovraffollata. Pure troppo, aggiungerei. Le canzoni sono sempre quelle (gli standard natalizi, appunto) da milioni di anni e solo rarissimamente qualcuno riesce a sfornarne una che lo diventi a sua volta: in tempi recenti (si fa per dire..) George Michael, Mariah Carey, e pochissimi altri sono riusciti laddove hanno fallito dei veri giganti del pop e della musica in genere, cioè realizzare un disco che diventi così popolare da tramutarsi a sua volta in un classico della canzone natalizia.
La maggior parte dei "christmas album" il piu delle volte sono, diciamocelo, esercizietti leziosi e appena appena sopportabili di rilettura delle solite cose in qualsiasi possibile e immaginabile salsa, tanto perchè un grosso nome a Natale vende sempre e bene, e allora perchè no. Talvolta non manca la classe, non mancano gli arrangiamenti extra-lusso, non manca il singolo che si affaccia nelle top 40, ma finito il panettone chi se li ricorda più.
Un bel giorno arriva nei negozi di tutto il mondo "A christmas gift for you from Philles Records", in seguito ripubblicato con il nome del produttore al posto di quello della label: Phil Spector. Era il 1963. La formula era più o meno quella ancora oggi saccheggiatissima: una canzone originale e una manciata di covers dei pure-troppo-sempre-verdi. E da lì la musica pop non fu più la stessa.
 Un mezzo fiasco commerciale nell'anno della pubblicazione (per merda uscì nel giorno dell'omicidio di John Kennedy), un cult assoluto e finalmente best seller negli anni a venire. Il brano originale aggiunse alla canzone natalizia un ingrediente sino ad allora impensabile per il genere: la potenza. L' interpretazione da gelare il sangue della futura signora Spector Darlene Love di uno dei piu bei brani pop degli interi 60, e si che non ne mancavano, Christmas baby please come home (in seguito ripresa tra gli altri da U2, Mariah Carey, Cher), e una compattezza sonora e irruenza ritmica tali da finire con l'essere archiviati negli annali della storia del pop come "wall of sound", muro del suono, da lì in poi ufficialmente lo slogan del geniale, contesissimo e discusso produttore.
Surreali covers dei classici, divertenti e divertite, persino irriverenti rispetto a quello che la tradizione musicale natalizia era stata sino a quel momento, ad opera del team di pupilli di Spector (Crystals, Ronettes e la Love su tutti) a quei tempi star delle charts: una strabiliante performance vocale per White Christmas, di nuovo della Love, una contagiosa Sleigh Ride delle Ronettes con un break orchestrale da accapponare la pelle, il delirante monologo finale per saluti e ringraziamenti dello stesso Spector su Silent Night in chiusura di album, le perle di un disco bello nella sua interezza, eterogeneo, mostruosamente innovativo, commovente e fun allo stesso tempo: genio pop assoluto. Rolling Stone lo ha inserito fra i 500 album più grandi di tutti i tempi, uno che la musica pop ha contribuito a inventarla così com'è oggi, ovvero Brian Wilson, lo menzionava come suo favorito assoluto, Bruce Springsteen lo ha idolatrato e dal vivo saccheggiato quanto ha potuto, e la Motown ci ha provato: ma nonostante l'aver portato il pop a livelli raggiunti quasi mai prima e quasi più dopo, dovette arrendersi: un album di natale così nella storia della leggendaria etichetta di Detroit non ci fu mai. Inutile poi ricordare che dopo questo album Phil Spector ricevette una telefonata da Liverpool. Il resto è storia e la conosciamo.
Perchè parlare di questo disco su Talk? Perchè è Natale, e averlo in sottofondo nei momenti speciali di questo periodo dell'anno è fantastico. Ma soprattutto (quando fra qualche settimana la festa più bella dell'anno sarà solo un ricordo) perchè ancora oggi non riesco a perdonare al mio paese il fatto di essere uno dei pochi al mondo a cui questo capolavoro è criminosamente sfuggito quasi in toto.
E non è mai troppo tardi per scoprire, finamente anche noi, di avere con pochi euro l'opportunità di mettere tra le nostre cose un pezzettino di storia dell'arte pop e della sua cultura.
Buone feste.

una recente interpretazione della leggendaria Darlene Love di "Christmas, baby please come home"
per lo show di David Letterman

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