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domenica 28 febbraio 2016

sulle adozioni. Tutte le adozioni.

sono favorevole a quella cosa che solo gli imbecilli possono chiamare utero in affitto, cioè la maternità surrogata. Se puoi donarmi un rene o il midollo per salvarmi la vita, perchè non puoi prestarmi l'utero per crearla, una vita? Certo, lo spettro del mercimonio più bieco e dello sfruttamento è reale. Ma non è così anche per le adozioni? Vogliamo dire che non esiste un mercato nel mondo delle adozioni? Vogliamo credere anche a Babbo Natale oltre che a sta stronzata? L'importante è che si attivino tutti i meccanismi per contrastare lo sfruttamento, soprattutto della donna, che deve decidere di portare in grembo il bimbo di qualcun altro, non esserne obbligata da un racket o dalla disperazione (a parte che anche l'idea che questa pratica possa aiutare economicamente qualche donna in difficoltà non mi dispiace, purchè appunto a decidere sia lei). 
E non solo sono favorevole alla stepchild adoption ma pure all'adozione pura e semplice da parte di coppie gay. A parte che qualsiasi posto è meglio del posto dove quei bambini si trovano adesso, l'importante è che si acclari che chi adotta abbia i requisiti morali, sociali ed economici per farlo. Ma non è così anche per le coppie etero? E allora dov'è il problema? 
Il problema è che chi è contrario semplicemente ritiene i gay meno degni, per motivi che sfuggono non solo a me ma a tutta la moderna psichiatria, ad esempio. Mentre sono degnissimi quei genitori eterosessuali che, in percentuale considerevole, "riportano indietro" i bambini adottati perchè difficili. Capito cosa? Li riportano indietro: soddisfatti o rimborsati. Può pure starmi bene che "un bambino ha bisogno di un padre e una madre". Benissimo: peccato che in un befotrofio non ve ne sia traccia. E che magari invece vi sia traccia di qualche religioso dalle mani lunghe (in tutti i sensi, e certo non sto parlando di fantascienza, purtroppo). 
A me non interessa cosa pensa la maggior parte degli italiani: non viviamo in una repubblica plebiscitaria. Non oso pensare, per esempio, cosa salterebbe fuori se gli italiani li interpellassimo sulla pena di morte, sul linciaggio dei pedofili, sulla libertà di sparare a chiunque si avvicini a casa tua come nel far west. Meglio lasciar perdere. Su certi temi è (pardon, dovrebbe essere) la politica, lo Stato a guidare, educare, dare indicazioni sane e far comprendere. Se solo serve a rendere questa società più civile. 
E pensa: è un problema che non mi tange minimamente, di cui in termini pratici non me ne frega una beatissima mazza: io sto ai bambini come Katia Ricciarelli sta al reggaeton. Tutto il mio istinto paterno o materno o qualsiasi cazzo di cosa sia lo riverso sui gatti randagi, mi basta e avanza, a ognuno il suo, e più i bambini mi stanno alla larga e meglio mi sento. E mi si perdoni la franchezza ma è una cosa innata: se ripenso a quando ero piccolo mi sta sul cazzo pure quello di bambino. Figuriamoci gli altri. 
Ma questo non mi esula dall'avere un'opinione. Soprattutto dopo tutto il vomitevole dibattito (che definire tera tera è un eufemismo mattacchione) che è volato in queste ultime settimane, da parte di una classe politica di livello talmente basso (la banda dei trolley) che a mio avviso non dovrebbe poter decidere nemmeno sulle regole di un torneo di biliardino al villaggio vacanze, figuriamoci su temi di questa delicatezza. Perciò, dicevo, ho un'opinione. E la mia opinione è questa. 
Sapendo che è pacifico che non gliene freghi un cazzo a anima viva.


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