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venerdì 18 ottobre 2013

cloaca più cloaca meno..

Da tempi immemori e con cadenza praticamente quotidiana vanno in onda, sulla rete ammiraglia della cordata ascrivibile alla dinastia Berlusconi, ore e ore e ore di di inenarrabile sudiciumaio trash magistralmente orchestrate dalla flemmatica sorniona piaciona anchor woman dalle unghie pop, dalle poppe top, dal soprassalto di stuporone a orologeria o partenope cazzimma  Barbara d'Urso.
Una roba di uno squallore tale da far impallidire le sedute mistico-taumaturgiche collettive del Santone di Avella, in cui per ore e ore e davanti a un pubblico verosimilmente Family-Day friendly si discorre (ok dai, è un eufemismo) di poveri casi umani di una bassezza intellettivo-umanistica che al confronto il livello di scolarizzazione nelle favelas brasiliane è da Nobel per la Scienza. Che persino Belen che con il gossip pecoreccio e a colpi di culo (in tutti i sensi) si è creata un impero, ha di recente stizzosamente stigmatizzato. Perciò immagina che.
Per intenderci, le corna che quel bottino della Di Pietro, che anni dopo aver provveduto ben benino a ridurre la reputazione del compianto Sandro Paternostro a livelli di Pierino alla Riscossa ancora si aggira indisturbata nello sterile glamour-cafonal degli studi televisivi italiani senza che nessuno abbia nel frattempo provveduto a cacciarla a spintoni che ho capito la cavalleria per una signora ma a tutto c'è un limite, avrebbe subito da quello sfigato deprivato dalla sorte di  qualsiasi cosa somigli anche solo remotamente ad un pietoso residuato di dignità umana tale Giovanni Iannoni, e smascherate per beffarda fatalità sul di lui i-phone. Capito cosa?
Lacrime, sospiri, sogni, pompini, docce, scoregge, crisi isteriche, dichiarazioni d'amore, scheccate e mestruazioni così mal recitate e talmente finte che al confronto Topo Gigio è drammatica attualità di quel sovraffollato cimitero di morti di fama delle sessantasette edizioni del Grande Fratello scientificamente analizzate, passate al microscopio, processate al Luminol che neanche i documenti hot dello scandalo Profumo nella swinging London, per ore, giornate, settimane, mesi da una improbabile fauna umana composta da luminari del calibro di George Leonard, Guendalina Tavassi, Floriana Secondi e Francesca Cipriani, solo per menzionare  i più blasonati. E' chiaro il concetto?
Lele Mora che accusa un ex tronista (ex cosa??) o più verosimilmente sua ex marchetta di andare fortissimo in gratitudine che dopo meravigliose, interminabili, stellatissime notti sarde a base di ostriche, champagne, grattini ai piedi e marcette mussoliniane sussurrate guancia a guancia al chiar di luna sino all'agognato approdo dello steroidale pupillo in quell'altra porcilaia catodica che è Uomini e Donne, lo ha ripagato con ogni possibile angheria compreso lo scorrazzare a tutta birra nelle vippissime vie dello shopping d'alto bordo di mezza Milano rigorosamente a scrocco dopo avergli inculato (anche) la carta di credito. E lo smarchettone impunito che puntualmente appare nella puntata successiva a sbraitare con la bava alla bocca "tu mi hai molestato sessualmente!" (povero, che tenerezza..) e giù con raccapriccianti dettagli della presunta estorta copulazione omo-muscolar-adiposa dell'impresentabile coppietta. Questo tanto per capare giusto quei due o tre esempi a caso tra milioni e milioni, di quotidiano infotainment di altissima caratura in casa Mediaset (e purtroppo in milioni di altre case).
Con buona pace per il web che spernacchia a tutto gas e i talebani del Moige  ormai quotidianamente blu-cobalto in faccia, in preda a crisi epilettiche che l'esorcista gli fa na sega.
Ora: i miracolati a busta paga dell'uomo che è il padre putativo, ma che dico padre: padrino, mentore, guru, rais di questo immondezzaio mediatico che ha fatto sospettare fior di analisti che le casalinghe italiane che in massa si ciucciano quantitativi industriali di sta roba si droghino in realtà molto di più di quanto i coincisi rapporti Istat siano capaci di registrare, sono tutti indistintamente in preda a tremor convulsivo da soprassalto di indignazione per il livello della puntata di Servizio Pubblico ( in effetti non esattamente sopraffino) in cui la tumefatta attrice (prego??) bulgara Michelle Bonev ne raccontava di ogni su quella timorata di Dio dell'amorevole fidanzatina d'Italia  (Dudu annesso e connesso) Francesca Pascale la cui onorabilità ne è uscita così vituperata che già che ci siamo cagare dieci milioni di euro per riabilitarla, prego.
Dai Capezzone ai Brunetta, dalle Cosmi alle Carfagna, tutto un fiorire di "macelleria", "Santoro serial killer", "spazzatura", "cloaca". E a quest'ultimo sostantivo mi fermerei.
Che questo variopinto tripudio di botox di miracolati a vario titolo e a varia prezzolatura targata Arcore  su cui Santoro potrebbe agevolmente far saltar fuori una Michel Bonev cadauno se solo avesse puntate a sufficienza definisca cloaca Servizio Pubblico (pur coi suoi alti e bassi) è come se io, seduto su una panchina in piazza in un bel sabato pomeriggio di inizio inverno, vedendo passare che so, Vladimir Luxuria, esclamassi "checca!".

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