In questo paese alle prese con le prime scaramucce invernali sono andati in onda sotto un bel sole tiepido i primi funerali solenni di Stato senza i morti (le vittime dellla tragedia di Lampedusa), senza i vivi (gli scampati), senza neppure il luogo della sciagura (al suo posto un adorabile angolo di Sicilia caro al ministro Alfano dove però peccato non sia mai sbarcato neppure un surfista reduce da una nottata di bagordi con qualche birretta di troppo), senza il sindaco del luogo della sciagura (a Roma, a fare eloquentemente altro), con in compenso una bella rappresentanza di facce di tolla di rappresentati dei regimi dai quali scappavano molte (tutte?) le vittime della sciagura, e naturalmente del
nostro Stato. Che ne hanno approfittato per qualche telegenica e contrita dichiarazione (vivaddio tutte puntualmente sommerse da una selva di fischi, insulti, pernacchie, ingiurie e qualsiasi tipo di schiamazzo ascrivibile alla voce "il minimo indispensabile"
), per una di quelle robe che ogni tanto ci fanno pensare fra noi e noi: ma questi scherzano o fanno sul serio?
Sin troppo facili le conclusioni, e mi perdonerete la prevedibilità.
Se quelli erano funerali solenni di Stato io sono Lola Falana. E il bell'Angelino Alfano uno statista.
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