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lunedì 17 aprile 2017

Fugone

Sono finito per sbaglio un attimo su "Furore" (Rai 2). Che mi sentirei di definire raccapricciante. 
Due squadre: quella femminile, un crogiolo di puttanoni incapaci che puttanoni incapaci lo erano pure quando Furore andava in onda 20 anni fa e che, registro con sgomento, nel frattempo non hanno provveduto a migliorare di una caccola la loro povera condizione di morte di fama (e di fava di qualche santo protettore, più protettore che santo, deduco), e quella maschile, un plotoncino di mezze pippe molti dei quali non è neppure dato sapere che mestiere facciano, ammesso che ne facciano alcuno, cosa di cui dubito vivacemente. 
I concorrenti devono cimentarsi in alcune sconfortanti prove che li costringono ahimè a cantare e ballare, con l'eventualità di non trovarci a Broadway che si palesa da subito in modo piuttosto incontestabile. 
Acclarato che di questa resurrezione non avvertivo l'urgenza, temo inoltre che il conduttore, il buon Alessandro Greco, potrebbe tranquillamente riaccomodarsi al ruolo che più gli confà, cioè il televenditore di poltrone ortopediche per ottuagenari, senza che questo povero paese patisse grandi contraccolpi.
 Da devoto amante di quella arte immensa che è l'entertainment chiedo sommessamente il carcere duro per tutti.


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