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venerdì 26 giugno 2015

"lasciatemi cantare perchè ne sono fiero.."

oggi che la Suprema Corte ha fatto carta straccia di un abominio che solo sino a qualche anno fa davamo per scontato, come se fosse il normale stato delle cose, ovvero che alcuni hanno dei diritti altri no, e mentre ormai ho le bacheche Facebook e Twitter completamente infestate (nel senso di "in festa") dai colori dell'arcobaleno perchè tutti i siti, blog e pagine del mondo stanno pubblicando la storica notizia a tambur battente (magari accompagnandola con quel "l'amore vince" twittato da Barak Obama), proprio in questi momenti, dicevo, ho la netta e disarmante sensazione di vivere in un paese piccolo, provinciale, arretrato, ormai drammaticamente avvitato su se stesso e le proprie meschine miserie: Salvini, i rom, il family day, le seghe nel programma scolastico e tutte le patetiche zozzate di livello realmente così infimo di cui sono infarciti stampa, tv e mondo dell'informazione in genere. Nel weekend che per me, per noi, dovrebbe essere quello dell'orgoglio, della fierezza, della determinazione nel pretendere assoluto rispetto per ciò che si è, qualsiasi cosa sia, annaspo e faccio fatica a trovare un appiglio per sentirmi fiero, orgoglioso.
Di sicuro, non di essere italiano.

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